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Ilva, il sindaco Melucci rigetta chiusura area a caldo. Attivisti pronti a intervenire

Ilva. A Taranto, durante la seduta monotematica urgente sui problemi dell’inquinamento del Consiglio comunale, il sindaco Melucci rigetta la richiesta di chiusura dell’area a caldo avanzata dalle associazioni ambientaliste. Mancano requisiti di urgenza, contingibilità e danno sanitario comprovato. Probabile azione eclatante di blocco alle portinerie, da parte degli ambientalisti. Il Governatore Michele Emiliano: “Tradimento dei 5Stelle, mancanza di coraggio dei Governi”. Intanto ArcelorMittal, rassicura.  Secondo i dati Arpa crescono invece le concentrazioni di inquinanti nell’aria.

In stallo a Taranto la questione dell’ex-Ilva, oggi ArcelorMittal Italia. Convocato il Consiglio comunale in seduta monotematica urgente sui problemi dell‘inquinamento, si è concluso con un nulla di fatto. Le associazioni ambientaliste avevano chiesto al sindaco, Rinaldo Melucci, di chiudere l’area a caldo. “I provvedimenti politici se non supportati da dati e dalla norma fanno poca strada. Dobbiamo rimanere nel perimetro delle norme”, ha affermato il sindaco. “I dati sull’inquinamento ci sono se dovesse maturare la possibilità per noi di emettere un provvedimento radicale, come può essere la chiusura degli impianti, lo valuteremo attentamente ma un provvedimento del genere per non fallire deve avere i requisiti di urgenza e contingibilità e il danno sanitario deve essere comprovato“. Concessa però la costituzione dell’Osservatorio sulla mortalità.

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Intanto sarebbe al vaglio delle associazioni ambientaliste – secondo quanto riferisce sul punto “HuffPost” – il proposito di un’azione eclatante come bloccare le portinerie dell’ex Ilva, prevista per gli inizi di maggio. Lo ha riferito Maria Aloisio, Vice presidente dell’associazione LiberiAMO Taranto: “Vorremmo organizzare una grande manifestazione a Roma sotto Palazzo Chigi, ma non è semplice. Siamo soli. Avevamo chiesto un tavolo urgente per Taranto ai ministri Costa e Grillo, ma non ci hanno risposto. Il blocco delle portinerie è in programma per gli inizi di maggio, manca oltre un mese”.

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Intervenuto nella seduta anche il Governatore pugliese, Michele Emiliano, notoriamente critico verso la struttura, che non ha mancato di sottolineare il “tradimento dei 5Stelle”. “Qualcuno – ha detto Emiliano – aveva promesso di chiudere la fabbrica e di risolvere così le preoccupazioni e i drammi che quotidianamente si verificano a Taranto. Questo sogno è stato infranto da un tradimento, il tradimento del Movimento 5 Stelle verso la città di Taranto, verso l’Italia. A Roma non avrebbero mai avuto il coraggio di chiudere l’Ilva. Io ero disponibile a collaborare col governo del Movimento 5 Stelle se avesse deciso di chiuderla”.  E insistendo sulla mancanza di coraggio da parte delle Istituzioni, il Governatore ha sostenuto: “Se nessun Governo della Repubblica italiana ha il coraggio di decidere di chiudere quella fabbrica, non resta che ricostruirla in modo tecnologicamente così avanzato da ridurre al massimo ogni rischio per la salute dei cittadini, per l’ambiente e per la sicurezza degli operai. Su questo punto sono sicuro – ha concluso – che prima o poi tutti i tarantini convergeranno”.

L’ArcelorMittal in una nota ha ricordato gli investimenti per fare dell’ex Ilva lo stabilimento tecnologicamente più avanzato d’Europa. Ma i timori restano, oltre alla garanzia di controlli, monitoraggi e rispetto delle prescrizioni di legge e dell’Aia. Ma questo rassicura poco.

Alessandro Marescotti, presidente della rete ecopacifista “Peacelink, rende noto che, secondo i dati dell’ Arpa Puglia – l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale –  tra gennaio e febbraio di quest’anno, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) sono cresciuti del 195%, con la concentrazione di benzene salita del 160% e quella dell’idrogeno solforato del 111%.