Home Attualità Ilva, cittadini in rivolta. Costa: “Evitiamo allarmismi. Aspettiamo risposte”

Ilva, cittadini in rivolta. Costa: “Evitiamo allarmismi. Aspettiamo risposte”

Ilva. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha chiesto all’Ispra di compiere accertamenti sui valori di diossina a Taranto: “Evitiamo di fare allarmismo”. I cittadini contro il ministro in una lettera aperta: “Se questo è il suo approccio, le chiediamo immediatamente di dimettersi”. Continuano intanto le manifestazione fuori dall’impianto siderurgico.

A quanto si è appreso dal dicastero, “i dati rilevati dalle centraline diffusi da associazioni ambientaliste e da Angelo Bonelli dei Verdi risultano parzialmente diversi e non sono confrontabili, oltre a non essere stati validati dall’Arpa”. La comunicazione arriva alla vigilia dell’audizione informale dei Commissari straordinari del gruppo Ilva Spa, Piero Gnudi, Corrado Carrubba e Enrico Laghi, che sarà svolta dalla Commissione Ambiente e si terrà domani 6 marzo dalle ore 09:00.

“Ho mandato a Taranto l’Ispra, il braccio armato del Ministero dell’Ambiente, e sono in costante contatto con il prefetto di Taranto. Insieme all’Arpa Puglia e alla struttura sanitaria, da oggi in poi andranno a verificare se questo allarme che è stato lanciato la settimana scorsa è stato confermato” – dichiara il ministro Costa – “Evitiamo di fare allarmismo. Aspettiamo che le strutture preposte ci diano risposta. Le centraline di rilevazione ci sono. I dati devono essere valutati. Contestualmente c’è l’impegno assunto per iscritto da Arcelor Mittal per i parchi minerari, per la loro copertura e per l’abbattimento delle emissioni. Per questo motivo sono in costante contatto con il prefetto di Taranto e con Ispra, Arpa e Asl”.

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Il ministro ha anche risposto alla proposta avanzata dai genitori tarantini di istituire il 25 febbraio come giornata delle vittime da inquinamento ambientale: “Anche solo una vittima a causa dell’inquinamento ambientale è troppo. Ho lavorato per anni in questo ambito. Sicuramente poter individuare una giornata dove tutta Italia riflette è una bella cosa ed è un’intuizione che deve andare in Parlamento. Ti consente di non dimenticare e di crescere”.

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Ma cittadini, associazioni e movimenti aderenti al Piano Taranto alle dichiarazioni del ministro Costa hanno risposto:   “Apprendiamo che, contemporaneamente alla chiusura di due scuole e all’interdizione della Salina Grande della città di Taranto, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa invita a non creare allarme sull’aumento di inquinamento da diossina riportato da alcune associazioni, perché prima si dovrebbero avere dati scientifici e poi prendere eventuali decisioni. Caro ministro Costa, se questo è il suo approccio, le chiediamo immediatamente di dimettersi e tornare a fare il carabiniere”.

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E’ quello che si legge in un lettera aperta rivolta al ministro nella quale aggiungono:  “In un Paese normale un governo che si presenta come ‘cambiamento’ avrebbe fatto qualsiasi cosa per porre rimedio a tutto ciò, e invece ci troviamo punto e a capo. Venga a vedere con i suoi occhi e prenda provvedimenti”.

Un gruppo di cittadini del rione Tamburi, soprattutto mamme, e di rappresentanti di movimenti e associazioni  lunedì 4 marzo hanno posto una catena al cancello degli uffici della direzione dello stabilimento Arcelor Mittal di Taranto, apponendo anche un cartello con la scritta: “Oggi vi chiudiamo noi”.  Sul cartello hanno messo le loro firme, il primo è stato il papà di Giorgio Ponzio, il ragazzo di 15 anni morto un mese fa per sarcoma dopo aver lottano per tre anni contro la malattia.

Hanno legato un lucchetto all’ingresso come simbolo di chiusura: “Da oggi parte l’anno zero a Taranto” – annuncia uno dei manifestanti ha preso la parola ed ha annunciato – “Questo è solo l’inizio di una serie di iniziative di proteste”.  Ai genitori dei bambini morti per cancro si sono aggiunti anche quelli dei bambini del quartiere Tamburi che dal primo marzo sono a casa, le loro scuole sono chiuse.

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