
Slitta al 6 marzo prossimo la battaglia legale tra ArcelorMittal e l’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva di Taranto sul futuro del polo siderurgico pugliese.
A stabilirlo il giudice Claudio Marangoni, della sezione specializzata in diritto di impresa del Tribunale Civile di Milano, accogliendo la richiesta congiunta di rinvio avanzata dai legali dei tre commissari straordinari e da quelli del gruppo franco indiano nell’udienza di questa mattina (fonte Askanews).
Le parti in causa sono convinte di poter chiudere il negoziato nelle prossime settimane, tanto da indicare la fine del mese di febbraio come termine ultimo per trovare un accordo.
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Se verrà trovata la quadra, Arcelor Mittal rinuncerà alla sua richiesta di recesso dal contratto di affitto, preliminare alla vendita, dello stabilimento tarantino, e dal canto suo l’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva ritirerà il ricorso cautelare d’urgenza presentato in Tribunale nella speranza di bloccare il progetto d’addio del gruppo franco indiano. Facendo così estinguere il contenzioso civile in corso a Milano. In caso contrario, il 6 marzo la battaglia legale tra ex Ilva in As e ArcelorMittal entrerà nel vivo.
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Questo è quanto scrivono in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile della siderurgia: “Con la decisione del Tribunale di Milano di rinviare al 6 marzo l’udienza per il ricorso dei commissari di Ilva in amministrazione straordinaria contro ArcelorMittal si apre un’ulteriore fase di incertezza e di preoccupazione sulle prospettive del gruppo in Italia. Incertezza e preoccupazione che l’indiscrezione giornalistica secondo cui sarebbe stata fissata anche la data per un possibile disimpegno di ArcelorMittal tra il 1 e il 30 di novembre 2020 con una penale di mezzo miliardo di euro non può che rafforzare. Non si conoscono i dettagli dell’ipotesi di accordo che ha portato al rinvio, ma è davvero complicato pensare ad una trattativa seria, se si parte dal fissare le condizioni con cui il principale contraente potrebbe svincolarsi. E mentre si tratta e si rinvia – prosegue la nota sindacale – ieri la multinazionale ha presentato i conti: perdite per 2,5 miliardi di euro, ma il debito piu’ basso di sempre. La borsa di Parigi ha cosi’ festeggiato con il rialzo del titolo del 10,4% e ArcelorMittal ha staccato un dividendo di 30 centesimi per azione, contro i 20 centesimi attesi“.
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I sindacalisti sintetizzano: “Gli azionisti festeggiano, i lavoratori pagano” e ricordano come ci siano ancora 2.331 lavoratori in cassa integrazione straordinaria (1.978 negli stabilimenti ex Ilva, 341 in Sanac e 12 in Taranto Energia) e ci sono 1.273 in cassa integrazione ordinaria a Taranto che e’ prorogata da giugno 2019. Per la Fiom e’ quindi urgente che “il ministero dello Sviluppo economico convochi il tavolo con le organizzazioni sindacali per conoscere l’effettivo stato della trattativa, gli assetti proprietari e le prospettive tecnologiche e industriali. Non intendiamo delegare il nostro ruolo e la nostra funzione di rappresentanza, ne’ siamo disponibili a gestire gli effetti di possibili accordi che mettano in discussione gli impegni e i vincoli occupazionali già’ definiti nell’accordo del 2018. Se il tavolo non sara’ convocato nelle prossime ore, sara’ necessario ricorrere alla mobilitazione generale del gruppo“.