Respirare l’aria in cucina può essere più dannoso che farlo in mezzo al traffico. Tutta colpa delle nanoparticelle che i fornelli a gas rilasciano nell’aria.
Uno studio dell’Università statunitense Purdue, pubblicato sulla rivista Pnas Nexus, evidenzia come il rischio di sviluppare malattie respiratorie aumenti per chi utilizza i fornelli tradizionali. La combustione produce sempre inquinamento, sia che avvenga all’aperto che al chiuso, e poiché spesso l’areazione delle cucine è scarsa, soprattutto d’inverno, all’interno delle stanze si accumulano nanoparticelle che inquinano l’aria che respiriamo mentre siamo convinti di essere al sicuro. Per la prima volta uno studio riesce a misurare la presenza di particelle di diametro tra 1 e 3 nanometri, (un nanometro corrisponde a un miliardesimo di metro). Più piccola è una particella, più questa sarà capace di penetrare nel sistema respiratorio e raggiungere altri organi.
I ricercatori hanno effettuato degli esperimenti all’interno di un laboratorio che ha riprodotto le condizioni tipiche di una casa di piccole dimensioni per misurare l’inquinamento prodotto dai fornelli. All’interno di un’abitazione in cui è acceso un fornello che brucia un chilo di gas si possono respirare tra le 10 e le 100 volte più nanoparticelle che in mezzo al traffico. Nel caso dei bambini la concentrazione è più alta perché la dose è maggiore in un piccolo organismo. Uno studio del 2022 aveva già dimostrato che i bambini che vivono in case in cui sono presenti i fornelli a gas hanno maggiori probabilità di sviluppare l’asma.
Per minimizzare i danni i ricercatori suggeriscono di accendere sempre la cappa quando si cucina e aprire spesso le finestre. Un’alternativa più costosa ma efficace è costituita dal passaggio ai piani di cottura a induzione che, sfruttando l’energia elettrica, non emettono alcun inquinante.