Home Attualità Economia Guerra in Ucraina, Ikea chiude negozi e fabbriche in Russia

Guerra in Ucraina, Ikea chiude negozi e fabbriche in Russia

Una decisione analoga a quella di altri marchi occidentali – M&S, Apple, Jaguar Land Rover, Expedia e Coca-Cola – che hanno deciso di lasciare temporaneamente il Paese

Il gigante dell’arredamento Ikea ha deciso di chiudere i suoi 17 punti vendita e le 3 fabbriche presenti in Russia a causa delle tensioni internazionali tra Mosca e i Paesi occidentali.

Una decisioni temporanea che colpisce 15mila lavoratori in tutto il Paese ai quali, però, l’azienda continuerà a versare lo stipendio.

Ikea, infatti, ha fatto sapere che sta “assicurando occupazione e stabilità del reddito” ai lavoratori direttamente interessati dalle decisioni, compresi i suoi 416 collaboratori in Ucraina, dove il suo unico negozio e le operazioni online sono state sospese dall’inizio dell’invasione del 24 febbraio.

Ufficialmente la decisione è legata a questioni di tipo logistico e non politico. Un portavoce di Ikea ha spiegato: “La guerra ha già un enorme impatto umano. Sta inoltre provocando gravi interruzioni della catena di approvvigionamento e delle condizioni commerciali. Per tutti questi motivi, i gruppi aziendali hanno deciso di sospendere temporaneamente le operazioni di Ikea in Russia”. Ad ogni modo Ikea ha di fatto abbandonato il Paese fino a data da destinarsi.

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L’addio alla Russia dei grandi marchi occidentali

Si tratta dell’ultima mossa di questo tipo dopo le scelte analoghe di altri grandi marchi europei e americani come M&S, Apple, Jaguar Land Rover, Expedia e Coca-Cola che da qualche giorno hanno chiuso i battenti delle proprie aziende e punti vendita.

Il gruppo Volkswagen ha annunciato di aver interrotto la produzione di veicoli in Russia fino a nuovo avviso, decisione che ha interessato i siti di produzione russi di Kaluga e Nizhny Novgorod. Anche le esportazioni di veicoli verso la Russia sono state interrotte con effetto immediato.

Diageo, che produce vodka Smirnoff e la birra Guinness, ha affermato di aver sospeso le esportazioni in Russia e Ucraina, mentre la Coca-Cola Hellenic Bottling Company ha annunciato di aver interrotto la produzione nel suo stabilimento di Kiev e di aver evacuato i suoi dipendenti.

La decisione di Ikea, dunque, si aggiunge a quella di altri grandi marchi e – sebbene non siano stati licenziati i lavoratori locali – preoccupa fortemente la popolazione.

Il gruppo, infatti, è considerato uno dei maggiori datori di lavoro stranieri nel Paese. Nell’ultimo anno finanziario in Russia ha realizzato vendite al dettaglio per 1,6 miliardi di euro. 

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