Il professor Marco Torresi spiega a TeleAmbiente la natura dell’idrogeno verde, le sue caratteristiche e i suoi limiti
Si parla spesso di idrogeno verde come prodotto di punta della de-carbonizzazione in Italia e in Europa. Ma cos’è esattamente?
“L’idrogeno verde – spiega a TeleAmbiente il professor Marco Torresi del Politecnico di Bari – per definizione è quel l’idrogeno che viene prodotto attraverso l’utilizzo di una fonte energetica rinnovabile. Quindi fondamentalmente l’utilizzo per esempio della fonte eolica o della fonte solare per produrre energia elettrica rinnovabile da utilizzare in sistemi di elettrolisi per la scissione delle molecole di acqua dolce per l’ottenimento di idrogeno e ossigeno”.
Nel mondo si è fatta una classificazione con colori dell’idrogeno sulla base della modalità con cui viene prodotto. “Attualmente – continua il professore – l’idrogeno è prodotto al 95% attraverso una tecnologia diversa, quella che viene definito idrogeno grigio perché è un processo di Steam reforming del metano. In questa tecnologia che assorbe una elevata quantità di calore attraverso l’utilizzo di vapore, si scinde la molecola del metano per ottenere idrogeno e anidride carbonica”.
“Un’altra modalità di produzione dell’idrogeno è quella che viene chiamata idrogeno blu. Si tratta semplicemente di un passo successivo in cui alla produzione di idrogeno grigio viene abbinato un sistema di cattura del carbonio. Un’altra tecnologia è quella della gassificazione del carbone e o di altre biomasse. In questi casi si parla di idrogeno nero o marrone”.
“La produzione attuale di idrogeno in Italia è di 480mila tonnellate anno di cui 95% è tutta di tipo grigio. Il 4% più o meno è realizzato con sistemi di elettrolisi”.