Idrogeno, atenei e ricerca insieme per sviluppare la filiera

L’appuntamento a Roma per puntare su una tecnologia in grado di favorire la decarbonizzazione.

Una due giorni per coordinare le Università con i più importanti centri di ricerca nazionali, allo scopo di sviluppare anche in Italia una filiera dell’idrogeno verde. All’Auditorium Antonianum di Roma, la riunione di esponenti accademici ma anche importanti ricercatori dell’ENEA, del Consiglio Nazionale delle Ricerche e della Ricerca sul Sistema Energetico (RSE).

L’obiettivo principale dell’evento è riunire questi tre enti di ricerca con tutte le Università che collaborano con noi in questo progetto che punta a sviluppare tecnologie innovative per la produzione, l’accumulo e l’utilizzo dell’idrogeno verde. Il progetto è molto impegnativo, ha un budget di circa 110 milioni di euro, finanziato dal Pnrr” – ha spiegato Viviana Cigolotti, responsabile della Divisione Tecnologie e vettori per la decarbonizzazione dell’ENEA – “L’idrogeno sarà essenziale in futuro per decarbonizzare vari settori, l’Europa punta moltissimo su questo vettore energetico e anche noi in Italia, grazie al Pnrr, abbiamo diversi programmi di ricerca. Questo è il più importante“.

L’Europa ha puntato tutta la strategia sull’idrogeno rinnovabile e tutti i grandi player mondiali si sono attivati per implementare tecnologie innovative, sia con fondi pubblici che con investimenti privati. L’obiettivo comune è attivare, in un futuro non molto lontano, un grande mercato dell’idrogeno” – ha aggiunto l’ingegnera Cigolotti – “Il nostro obiettivo è adeguare tutta l’infrastruttura dei nostri laboratori di ricerca, soprattutto quelli più innovativi, non solo per la produzione ma anche per l’accumulo dell’idrogeno, con celle a combustibile, sia per la mobilità che per le applicazioni stazionarie. Vogliamo anche recuperare e attrarre nuove risorse umane, abbiamo già finanziato oltre 70 dottorati di ricerca e abbiamo più di 30 nuovi ricercatori che lavorano con me“.

Le macchine a idrogeno già girano in modo persistente in altri Paesi, ci auguriamo che presto arrivino anche in Italia. Il problema non è tanto l’auto, ma l’infrastruttura di ricarica” – ha concluso la dottoressa Cigolotti – “Anche per questo, i fondi Pnrr verranno utilizzati per le stazioni di rifornimento in tutta Italia, da Nord a Sud. Ci auguriamo di avere presto, oltre a veicoli circolanti, anche stazioni di rifornimento funzionanti“.