
Il ghiaccio più antico delle Alpi sarà messo al sicuro in Antartide. L’obiettivo finale della missione Ice Memory è quello di studiarlo per prevedere il futuro del clima.
L’Antartide come ‘cassaforte’ per il ghiaccio più antico delle Alpi, prelevato sul Monte Rosa dal ghiacciaio Gorner (a 4.500 metri di quota), il secondo più esteso di tutto l’arco alpino. Prosegue così la missione Ice Memory, progetto congiunto tra Cnr, Università Ca’ Foscari di Venezia, Università di Grenoble, Istituto nazionale francese per le ricerche sullo sviluppo sostenibile, Istituto polare francese e Programma nazionale per le ricerche in Antartide.
Riuscita la missione @icememory_ sul #MonteRosa 🏔: il ghiaccio 🧊️più antico delle #alpi sarà conservato in Antartide. Il team di ricerca @cnrisp, @CaFoscari, @psich_en ha estratto due carote di #ghiaccio di oltre 80 metri a 4500 metri di quota
👉https://t.co/ceKIoKSCkB pic.twitter.com/L5joxCouMU— CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche (@CNRsocial_) June 10, 2021
Due carote di ghiaccio superficiale e altre due profonde oltre 82 metri sono state prelevate e saranno portate in Antartide: potrebbero contenere informazioni sul clima fino a 10mila anni fa e faranno parte di una sorta di archivio di campioni provenienti da ghiacciai che al momento rischiano di ridursi o di scomparire.
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Il professor Carlo Barbante, direttore del Cnr-Isp e docente alla Ca’ Foscari, ha spiegato: “La spedizione è stata un successo, il sito interessato è importantissimo perché mantiene le informazioni del clima e dell’ambiente degli ultimi 10mila anni fa. Nonostante condizioni meteorologiche avverse, siamo riusciti a recuperare un prezioso archivio della storia climatica delle Alpi”.
When you hear “tock” is a good sign: bedrock reached at a depth of 82 meters!
After the celebration, we started the second ice core drilling and we stopped for the day at 35 meters. This was a really successful day!#icememory pic.twitter.com/4UjPfzKhYm— ICE MEMORY (@icememory_) June 6, 2021
Il progetto Ice Memory è arrivato alla terza missione, dopo quella del 2016 sul Monte Bianco e del 2020 sul Grand Combin. Nel resto del mondo sono già stati prelevati ghiacci provenienti dalla Bolivia e dalla Russia. Il team di scienziati ha alloggiato a Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa, edificato su una vetta rocciosa 128 anni fa proprio per contribuire alla ricerca scientifica. Il rifugio finora è stato riservato agli scienziati ma dalla seconda metà di giugno riaprirà a tutti gli alpinisti.