Si è tenuta a Roma la 16° edizione della Conferenza italiana sull’AIDS e la ricerca antivirale ICAR.
Tema centrale la PrEP orale, farmaco antiretrovirale che può essere assunto da chi non ha l’HIV, si tratta di una terapia ormai rimborsabile anche in Italia. Il trattamento impedisce il contagio ed è consigliato alle persone a rischio: uomini che fanno sesso con altri uomini, donne ad alto rischio, persone trans e lavoratori del sesso.
Emergono però delle criticità sulla PrEP; la terapia disponibile in Italia è poco diffusa sul territorio e l’accesso è ancora limitato dalla logistica e dallo stigma che circonda l’AIDS-HIV. Tre ricerche presentate durante l’evento hanno dimostrato il forte interesse per questa forma di prevenzione nella versione a lunga efficacia; la Long Acting PrEP che consente una protezione per due mesi.
L’importanza della nuova terapia è evidente se si considera che nel solo 2022 in Italia sono stati diagnosticati 1.888 nuovi casi di HIV, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità nel 43% dei casi la trasmissione è avvenuta durante rapporti eterosessuali, nel 40,9% si è trattato di rapporti omosessuali, mentre il 4,3% dei contagi è stato causato da uso di droghe.
“La PrEP rappresenta una strategia centrale per vincere la battaglia della prevenzione delle nuove infezioni da HIV – commenta la Prof.ssa Antonella Cingolani, copresidente ICAR -. L’importanza della rimborsabilità decretata da AIFA nel 2023 è riscontrabile nei numeri, con gli utenti che sono più che raddoppiati. Tuttavia, a causa del ritardo accumulato e degli ostacoli che permangono nell’accesso alla PrEP, siamo ancora molto lontani dagli standard di altri Paesi europei. In virtù dei diversi studi che ne confermano la validità, sarà pertanto auspicabile poter disporre anche della Long Acting PrEP a fianco della PrEP orale”