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I ciliegi in fiore minacciati dal cambiamento climatico. Tanto a Tokyo quanto a Washington

hanami

Dal Giappone allo stato di Washington, negli Stati Uniti, la fioritura dei ciliegi quest’anno arriva con largo anticipo e ancora una volta c’entra il cambiamento climatico.

Le temperature medie sono aumentate gradualmente a partire dagli anni ’50 con un’accelerazione che, negli ultimi anni, ha costretto gli amanti dell’hanami, l’usanza di ammirare i ciliegi in fiore, ad anticipare le date delle gite o dei viaggi per contemplare uno scenario tanto spettacolare quanto fugace, la fioritura infatti dura solo pochi giorni.

Se a Tokyo fino agli anni ’90 i “sakura” ovvero i ciliegi fiorivano in media il 29 marzo, nel 2023 la fioritura è avvenuta il 14 marzo. Nel caso della capitale nipponica l’anticipo è dovuto a un mix di riscaldamento climatico e riscaldamento imputabile alle attività dell’uomo che creano isole di calore nei centri urbani. La sola città di Tokyo ha visto aumentare la sua temperatura media di 3 gradi nell’ultimo secolo.

Secondo quanto dichiarato alla rivista Time da Theresa Crimmins, direttrice del National Phenology Network degli Stati Uniti, l’aumento delle temperature potrebbe portare alla fine della fioritura dei ciliegi così come la conosciamo, le piante infatti necessitano di inverni abbastanza rigidi per potersi poi risvegliare in primavera. Se gli inverni sono troppo miti la natura potrebbe “confondersi” e ogni albero verrebbe indotto a fiorire in un momento diverso.

Dall’altra parte del Pacifico, a Washington D.C., 4mila alberi di ciliegio, molti dei quali furono donati dal Giappone nel 1912 in segno di amicizia, attirano ogni anno oltre un milione di visitatori durante la fioritura. Anche qui il picco dei fiori di ciliegio è anticipato di anno in anno ed è previsto tra il 23 e il 26 marzo.

Ma il Festival nazionale dei ciliegi in fiore di Washington è minacciato anche da un progetto di salvaguardia. Il cambiamento climatico ha provocato l’innalzamento dei livelli del fiume Potomak, tale innalzamento combinato con lo sfaldamento degli argini del bacino artificiale, Tidal Basin, che è il punto focale del Festival, ha fatto sì che le radici di alcuni alberi venissero inondate.

Quest’anno 150 ciliegi, oltre ad altri 150 alberi, verranno abbattuti per cercare di rinforzare gli argini. Un cantiere che rovinerà la magia del Festival solo per quest’anno. Alla fine dei lavori 450 nuovi alberi verranno piantati.