“Transizione energetica significa anche uscire dalla dipendenza e dalle tensioni internazionali”, spiega la responsabile Clima ed Energia, Mariagrazia Midulla.
L’attacco russo all’Ucraina deve essere l’occasione per accelerare sulla transizione energetica. Ne è convinta Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia: “Le vicende di queste giorni, a partire dall’aumento esponenziale del gas, dimostrano che la dipendenza da combustibili che vengono dall’estero è un laccio molto forte e costrittivo da un punto di vista geopolitico. Senza contare che il cambiamento climatico se ne frega delle nostre vicende umane“.
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All’AdnKronos, Mariagrazia Midulla ha spiegato: “La sfida del clima si vince tutti insieme. Una situazione geopolitica di tensione e addirittura di guerra, come è purtroppo in questo momento, non favorisce l’azione comune a livello mondiale ma anche in queste condizioni dobbiamo capire che la dipendenza da fonti fossili è una catena che deve essere spezzata“. La responsabile Clima ed Energia del Wwf è consapevole degli scenari futuri ma nutre anche un po’ di speranza: “Questo conflitto nel cuore dell’Europa potrebbe ostacolare e rallentare l’azione comune per il clima ma tutti i paesi sono ben coscienti che oggi transizione energetica vuol dire anche uscire dalle tensioni internazionali e serve a ridisegnare un mondo in cui non si fanno più guerre per gli idrocarburi“.
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In attesa del nuovo rapporto Ipcc sul cambiamento climatico, che uscirà il 28 febbraio, Mariagrazia Midulla ricorda che la crisi coinvolge tutti i Paesi, a cominciare dalla Russia. “Il Paese è fortemente colpito dal cambiamento climatico perché la fusione del permafrost rischia di far crollare delle infrastrutture, comprese quelle del gas. Non si può trattare sul clima perché il cambiamento climatico non guarda in faccia a nessuno” – spiega la responsabile del Wwf Italia – “Siamo tutti con papa Francesco nell’auspicare la pace e credo che le ragioni della transizione siano molto forti. Possiamo anche aumentare l’estrazione di gas, ma non basterà per il fabbisogno nazionale. Noi siamo in questa situazione proprio perché non si è accelerato quando si poteva fare: eravamo in testa alle classifiche mondiali rispetto all’installazione di nuove rinnovabili ma poi siamo arretrati“.