Greenpeace e una ong ucraina hanno mappato i 30 maggiori disastri ambientali causati dalla guerra in Ucraina in un anno di bombardamenti. A rischio milioni di ettari di foresta e habitat naturali
Il 24 febbraio del 2022 la Russia iniziava a bombardare l’Ucraina. Un anno dopo la guerra è ancora in corso e oltre al tragico carico di morte, paura e incertezza si è portata dietro anche una serie di disastri ambientali.
Greenpeace e la ong ucraina Ecoaction li hanno catalogati e mappati. Una “mappa dei danni ambientali causati dalla guerra” che mette in risalto 30 dei 900 eventi raccolti.
I dati ufficiali parlano del 20% delle aree naturali protette del Paese che risulta essere danneggiato così come lo sono circa 3 milioni di ettari di foresta.
Un disastro che colpisce habitat naturali di straordinaria importanza per centinaia di specie animali e vegetali colpite da incendi ed esplosioni che causano inquinamento di acqua, aria e suolo.
Un cocktail di composti chimici sprigionati dalle bombe, come gli ossidi di zolfo e di azoto che possono addirittura provocare piogge acide, modificando il pH del suolo e causando la bruciatura della vegetazione.
Ma le esplosioni rilasciano anche una quantità immensa di anidride carbonica che sebbene sia non tossica per l’essere umano e gli altri animali è la principale causa dei cambiamenti climatici globali.
E la situazione peggiora quando le bombe di Mosca colpiscono siti industriali strategici con esplosioni che provocano ulteriori contaminazioni.
Insomma, fanno sapere le due ong ambientaliste, quando finalmente la guerra russa in Ucraina finirà il governo di Kiev e gli alleati europei dovranno occuparsi, oltre che della ricostruzione, anche del ripristino degli habitat naturali.