Bruxelles impone dazi sulle auto elettriche e Pechino risponde con un’indagine sui sussidi ai formaggi europei, passo preliminare prima dell’imposizione di imposte aggiuntive.
Sembra essere partita la temuta guerra dei dazi tra Cina ed Europa, dopo 48 anni di relazioni commerciali le relazioni commerciali sono molto tese. Guerra temuta perché difficile da disinnescare e potenzialmente capace di mettere in ginocchio le esportazioni di interi settori. D’altronde la Cina è il terzo mercato per le esportazioni europee. Basti pensare che secondo i dati ISTAT solo l‘Italia in un anno esporta in Cina beni agroalimentari per un valore di 540 milioni di euro. Nel 2022 gli scambi commerciali tra Bruxelles e Pechino hanno toccato quota 856 miliardi di euro.
Dopo l’indagine sull’esportazione di carne Ue avviata a giugno, è arrivata la notizia dell’ulteriore indagine sui formaggi dell’Unione. Una chiara ritorsione di Pechino in risposta ai dazi imposti da Bruxelles. L’accusa in entrambi i casi è di dumping ovvero di vendita sui mercati esteri a prezzi molto più bassi rispetto a quelli praticati in patria per sbaragliare la concorrenza e ottenere così una posizione dominante nel settore.
I timori dei produttori italiani
Nel mirino di Pechino ci sono 20 programmi di sovvenzioni al settore caseario. Secondo i dati diffusi da Coldiretti, i produttori italiani hanno registrato nei primi 5 mesi del 2024 un incremento dell’export del 35%, sarebbero i primi a pagare i costi di questa “guerra doganale”. Sul settore pesano già i risvolti della guerra in Ucraina con il blocco del Mar Rosso da parte degli Houthi, l’embargo imposto dalla Russia in risposta ai dazi legati all’occupazione della Crimea, sui prodotti europei.
Il conto delle misure a tutela del settore automobilistico lo pagherà l’agroalimentare
Chiaro il commento di Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia: “Contribuiremo a fornire ogni elemento importante per dimostrare che le contestazioni sollevate dalla Cina in merito ai sussidi per il settore lattiero-caseario sono prive di fondamento. Tuttavia, siamo stufi come settore agroalimentare di continuare a pagare il conto di misure adottate per tutelare altri settori, come quello dell’auto, comparto in cui stiamo scontando la miopia della commissione UE“