Uno studio guidato dal CNR e pubblicato sul Journal of Glaciology rivela che i ghiacciai periferici della Groenlandia hanno perso il 19% del loro volume e il 15% della loro superficie tra il 1985 e il 2020, contribuendo in modo significativo all’innalzamento del livello del mare.
Stiamo perdendo i ghiacciai della Groenlandia. A dimostrarlo è un nuovo studio condotto dal Cnr-Isp, (l’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche) in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, le Università di Friburgo e Copenaghen e il Servizio geologico di Danimarca e Groenlandia.
La ricerca da poco pubblicata sulla rivista Journal of Glaciology analizza le trasformazioni avvenute tra il 1985 e il 2020 in 4100 ghiacciai e calotte glaciali nella Groenlandia occidentale. Il risultato? In questo periodo di tempo c’è stata una significativa riduzione della superficie e della massa glaciale.
I ghiacciai analizzati dalla ricerca, pur meno studiati rispetto alla calotta glaciale principale, sono responsabili di un contributo rilevante al livello globale di fusione dei ghiacciai e all’innalzamento del livello del mare.
Lo studio a guida italiana sui ghiacciai della Groenlandia
Lo studio ha utilizzato dati satellitari forniti dal programma Sentinel dell’Esa misurando le perdite di volume con metodi fotogrammetrici attraverso la sovrapposizione di set di immagini satellitari ravvicinate.
“I risultati che abbiamo elaborato – ha spiegato Renato Colucci, ricercatore del Cnr-Isp che ha guidato il team di ricerca – mostrano una riduzione di quasi il 15% dell’area complessiva e di circa il 19% del volume di ghiaccio, rispetto alla situazione che si presentava nel 1985. Un altro dato molto interessante riguarda la linea di equilibrio glaciale (ELA), che indica l’altitudine alla quale si può formare un ghiacciai: nel periodo esaminato, i dati dei satelliti hanno dimostrato come questa linea si sia alzata mediamente di oltre 150 metri, portando alla scomparsa di 279 ghiacciai. Tuttavia, prendendo in esame la parte più settentrionale dell’area, l’innalzamento dell’ELA è arrivato a superare i 250 metri”.
I ghiacciai periferici, cioè quelli al di fuori della calotta glaciale principale, coprono il 13% dell’area glaciale globale e rappresentano il 10% del volume complessivo dei ghiacciai (escludendo le calotte). Nonostante rappresentino solo il 4% dell’area glaciale totale della Groenlandia, contribuiscono per l’11% alla perdita complessiva di ghiaccio nel paese.
La rapida riduzione dei ghiacciai è un segnale chiaro della crescente pressione del cambiamento climatico e dell’accelerazione dei tassi di scioglimento.
La fusione dei ghiacciai della Groenlandia non è solo una questione locale: il loro scioglimento contribuisce in modo significativo all’innalzamento del livello del mare, con implicazioni per le comunità costiere di tutto il mondo. Inoltre, i ghiacciai sono indicatori sensibili dei cambiamenti climatici regionali, rendendoli cruciali per valutare l’impatto del riscaldamento globale.
Lo studio sottolinea l’urgenza di intensificare il monitoraggio dei ghiacciai periferici della Groenlandia e di adottare misure globali per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Anche in questo caso la strada da percorrere è stata tracciata dai climatologi di tutto il mondo: poiché il cambiamento climatico è causato in larga parte dalle emissioni di gas a effetto serra (come l’anidride carbonica) legate all’utilizzo di combustibili fossili, per poter fermare la crisi climatica bisogna dire addio a petrolio, gas e carbone.
Il fenomeno della fusione dei ghiacciai e le sue conseguenze sullo stato di salute della nostra Terra e sulla vita degli esseri umani sono al centro del podcast “Ghiaccio sottile” prodotto da Fram Produzioni per Rai Play Sound.
Il podcast che racconta la fusione dei ghiacciai è risultato vincitore agli Italian Podcast Awards nella categoria dedicata alle storie su ambiente e clima.
Su TeleAmbiente è intervenuto lo scrittore e giornalista Davide Sapienza che ha firmato il podcast con Lorenzo Pavolini. Guarda l’intervista completa a TA Magazine.