L’affondo del fondatore del Movimento 5 Stelle sulle politiche energetiche e climatiche del governo Meloni.
Beppe Grillo attacca le politiche energetiche e climatiche del governo Meloni. Il fondatore del Movimento 5 Stelle, sul suo blog, ha pubblicato un pezzo a firma di Marco Bella in cui viene lanciata un’accusa chiarissima: “Il governo toglie i soldi al fondo per il clima, per darli al nucleare“.
“Il rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia certifica l’ennesima, enorme crescita delle energie rinnovabili nel mondo. Solo nel 2023 c’è stato il più grande aumento di potenza installata degli ultimi 22 anni, mentre la potenza installata di nuovo nucleare, che avrà pure una produzione più continua rispetto alle rinnovabile, è stata pari a un centesimo di quella delle rinnovabili” – si legge nell’articolo firmato dal ricercatore in chimica organica ed ex deputato – “Nel mondo la produzione totale di elettricità da nucleare rappresenta solo il 10% del totale ed è scesa anche a causa dell’età avanzata dai reattori. Lo certifica anche World Nucleare Association, associazione legittimamente e chiaramente pro-nucleare. I costi di produzione di fotovoltaico ed eolico in un solo anno sono scesi del 50%, secondo gli scenari dell’Agenzia internazionale per l’energia nel 2024 le rinnovabili eguaglieranno la produzione dell’idroelettrico, nel 2025 supereranno il carbone. Sempre nel 2025, l’eolico supererà la produzione di tutto il nucleare e il fotovoltaico raggiungerà questo obiettivo l’anno dopo“.
Nel pezzo dell’esperto Marco Bella, vengono riconosciuti anche i limiti delle rinnovabili. “La crescita è enorme ma rischia di non bastare per gli obiettivi 2050 di neutralità climatica, occorrerebbe triplicare la capacità installata ma al momento si arriverebbe ad un incremento di sole due volte e mezza. Per questo, viene suggerito ai governi di rimuovere gli ostacoli di natura burocratica e di investire per adeguare le reti elettriche” – si legge nell’articolo sul blog di Beppe Grillo – “Triplicare la capacità di rinnovabili entro il 2030 è un obiettivo fattibile, triplicare quella di nucleare entro il 2050 è utopia. Solo un rapido aumento delle rinnovabili e una sobrietà nei consumi possono realizzare la transizione energetica per limitare le emissioni di CO2 e il cambiamento climatico“.
Dopo quest’opportuna puntualizzazione, arriva l’attacco al governo. “Cosa fa il nostro Paese per favorire la transizione energetica? Toglie soldi a ciò che funziona per darlo a quello che sta fermo. Si vuole rilanciare la politica nucleare in Italia e, soprattutto, togliere almeno il 15% al fondo per il clima e destinarlo ad attività di sviluppo di tecnologie sui reattori nucleari di quarta generazione (che ancora non esiste)” – spiega Marco Bella sul blog di Beppe Grillo – “Il fondo per il clima è di 840 milioni, il 15% ammonta ad almeno 126 milioni. E poi si punta soprattutto sui LFR, reattori refrigerati con il piombo e sue leghe anziché con l’acqua. Un’idea degli anni ’50, sviuppata essenzialmente solo con prototipi. Perché investire su reattori che sono ancora in uno stato di sviluppo primitivo?“.
“Ci sono anche altre ragioni che dovrebbero far suonare un campanello d’allarme: gli ultimi paesi candidati a entrare nel nucleare sono Turchia, Egitto e Bangladesh, con centrali raffreddate ad acqua. Questi reattori li sta finanziando, li costruirà e li finanzierà in combustibile (uranio arricchito) la Russia tramite la compagnia statale Rosatom. La centrale di Akkuyu in Turchia, non ancora operativa, è stata inaugurata lo scorso aprile da Erdogan e Putin in videocollegamento” – si legge ancora nell’articolo – “Quanto può essere una buona idea avere infrastrutture energetiche chiave (nel caso della Turchia, in un paese membro della Nato) gestite direttamente dalla Russia? Davvero vogliamo ripetere l’esperienza della dipendenza dal gas russo, questa volta su scala molto più grande?“.
“La transizione energetica non può puntare sul ronzino del nucleare quando c’è il destriero delle rinnovabili che galoppa“, conclude il post.