Home Attualità Grande Barriera Corallina, rinascita o lenta morta? Tutta la verità

Grande Barriera Corallina, rinascita o lenta morta? Tutta la verità

Grande Barriera Corallina. Il numero dei nuovi coralli sulla Grande Barriera Corallina è crollato del 89% dopo lo sbiancamento di massa del 2016 e 2017 causato dal cambiamento climatico.

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Gli scienziati hanno misurato quanti coralli adulti sono sopravvissuti per tutta la lunghezza della Barriera Corallina più grande del mondo, quanti nuovi coralli sono ricresciuti nel 2018 e quanti hanno recuperato dopo questo evento di estremo stress e mortalità. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature, mostra non solo una riduzione drammatica nella ricomparsa di nuovi coralli, ma anche un cambio nel tipo di specie di corallo prodotto.

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L’autore dell’articolo, lo studioso Terry Hughes della James Cook University, riferisce che i risultati dipingono un futuro incerto per la Barriera Corallina negli anni a venire, soprattutto se ci saranno altri eventi di sbiancamento. Prima che la Barriera abbia tempo di recuperare sufficientemente di solito ci vogliono almeno 10 anni.

Sull’intera Barriera gli scienziati hanno misurato un crollo dell’89% delle “nascite” nel 2018 rispetto agli anni precedenti. La situazione sembra adesso leggermente migliorata, ma la crescita di nuovi coralli è ancora al 4%. I ricercatori hanno anche scoperto che il mix di specie che formava il pool dei coralli neonati è cambiato drammaticamente. La presenza di Acropora, il corallo principale della Barriera e una delle specie dominanti, si è ridotta del 93%.

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Su una Barriera sana l’Acropora di solito forma i 2/3 dei coralli e fornisce le insenature e le grotte naturali per i pesci e le altre specie marine. “Al momento non stiamo dicendo che la Barriera è destinata a sparire, quello che sappiamo è che si sta muovendo in una nuova direzione. Il modo in cui è strutturata, il mix di specie, sta cambiando tutto”, riferisce Hughes.

“Non sappiamo ancora se questo causerà una devastazione o no, però dobbiamo tenere in conto che il recupero sarà molto lento. Il problema principale – conclude Hughes – è che durante il tempo necessario per il recupero ci saranno quasi sicuramente uno o due altri eventi di sbiancamento.E questo potrebbe portare ad un punto di non ritorno”.