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Governo Meloni, ora è bagarre per le nomine dei sottosegretari

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Il Governo incassa la fiducia alla Camera e si appresta a fare lo stesso in Senato. Ma l’Esecutivo non è ancora completo e per Giorgia Meloni si prospetta un altro impegno gravoso.

Il Governo si è formato, con la lista dei ministri decisa non senza difficoltà. Ma manca un ultimo tassello: quello delle nomine dei sottosegretari, più di una trentina. Un altro impegno gravoso e delicato per Giorgia Meloni, che ieri ha incassato la fiducia alla Camera e oggi si appresta a fare lo stesso in Senato. La presidente del Consiglio è chiamata innanzitutto a non scontentare gli alleati di Forza Italia e Lega, già rimasti delusi dopo la nomina dei ministri.

La delusione degli alleati

La corsa ai posti da sottosegretario sarà un’occasione per compensare chi, con i Ministeri, non ha ottenuto ciò che si aspettava, ma anche per dare un incarico istituzionale a chi non è stato eletto in Parlamento. Gli alleati più delusi sono senza dubbio quelli di Forza Italia, che aveva chiesto, senza ottenerli, i Ministeri della Giustizia e dello Sviluppo economico. Maurizio Gasparri, dopo la presentazione dei ministri, aveva riassunto tutto il malcontento forzista con una frase: “Giorgia Meloni ha vinto le elezioni col 26%, non con il 51, quindi bisogna anche dire dei sì“.

I sottosegretari di Forza Italia

Per non scontentare Forza Italia, come spiega Il Messaggero, si va verso la conferma di Francesco Paolo Sisto come sottosegretario alla Giustizia, mentre per la delega all’Editoria si prospetta l’arrivo di Alberto Barachini al posto di Giuseppe Moles, entrambi del partito di Berlusconi.
Valentino Valentini, che Berlusconi vorrebbe come collaboratore di Antonio Tajani agli Esteri, è sfavorito per le sue posizioni considerate troppo vicine alla Russia di Putin. Paolo Barelli, che non è stato designato capogruppo di Forza Italia alla Camera, potrebbe diventare sottosegretario all’Interno, mentre Deborah Bergamini potrebbe essere confermata sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento. E sempre a Forza Italia dovrebbe toccare anche un sottosegretario all’Agricoltura.
Nel caso di Forza Italia, l’insidia è doppia: non solo il partito rivendica almeno sette sottosegretari, ma c’è anche il rischio che si accentui la frattura tra i ‘governisti’, vicini ad Antonio Tajani, e i ‘ronzulliani’, i parlamentari più vicini a Licia Ronzulli, capogruppo al Senato e mancata ministra.

I sottosegretari di Noi Moderati

Giorgia Meloni è chiamata a non scontentare nessuno dei suoi alleati. E nella partita per i sottosegretari, chi ha un certo peso è Noi Moderati, la formazione guidata da Maurizio Lupi (che ha visto sfumare la propria nomina a ministro dei Rapporti con il Parlamento). Anche se ha raccolto solo lo 0,9% alle elezioni politiche, Noi Moderati ha comunque nove parlamentari e la richiesta di Lupi è stata fin troppo chiara: “Rivendico il contributo che abbiamo dato nei collegi in bilico, mi aspetto dei sottosegretari“.

Gli altri incarichi

Tra Fratelli d’Italia e Lega, la partita dei sottosegretari sarà decisiva per compensare chi, nella composizione dell’Esecutivo e dei ruoli di rilievo in Parlamento, è rimasto senza incarico. Giovanbattista Fazzolari (Fdi) dovrebbe diventare sottosegretario con delega all’attuazione del programma, vigilando sull’operato dei ministri e sul rispetto delle linee-guida della campagna elettorale. Maurizio Leo dovrebbe diventare il vice di Giancarlo Giorgetti all’Economia, con delega alle finanze. Nello stesso Ministero, dovrebbero essere nominati tre sottosegretari, equamente suddivisi tra Lega, Forza Italia e Noi Moderati.
Da Fratelli d’Italia dovrebbero arrivare anche altri due sottosegretari: Gianni Berrino, favorito per il Turismo, e Paola Frassinetti che dovrà vedersela con Valentina Aprea (Forza Italia) all’Istruzione.
La Lega, in questa fase, è il partito che probabilmente dovrà sapersi accontentare maggiormente, dopo aver ottenuto un buon numero di ministri e l’elezione di Lorenzo Fontana come presidente della Camera. Pochi i punti fermi del Carroccio: Edoardo Rixi, fedelissimo di Salvini, potrebbe essere nominato suo vice alle Infrasttutture e Trasporti, mentre deleghe di rilievo, tra Economia e MiSe, dovrebbero andare a Federico Freni e Claudio Durigon.

Il nodo Sicurezza della Repubblica

Oltre alla corsa ai posti da sottosegretario, c’è anche un’altra questione da affrontare: la delega alla Sicurezza della Repubblica, che fa da tramite tra il Governo e i Servizi segreti. Al momento è ancora nelle mani di Franco Gabrielli, nominato da Mario Draghi. Giorgia Meloni potrebbe tenerla per sé, ma rischia furiose proteste dall’opposizione e quindi, in un prossimo futuro, si prospetta l’assegnazione ad Alberto Mantovano, nuovo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.