Glifosato, le Ong ambientaliste contestano la decisione Ue: “Pronti alla battaglia legale”

Alcune Ong ambientaliste hanno contestato la decisione dell’Ue di rinnovare il glifosato per altri dieci anni e sono pronte alla battaglia legale.

Servizio video di Mariaelena Leggieri

Il glifosato è ancora al centro del dibattito in Europa. Un consorzio di Ong, composto da Pesticide Action Network (PAN) Europe, Générations futures, PAN Germany, PAN Netherlands, Global2000 e Client Earth, ha inviato all’esecutivo europeo una richiesta formale di “riconsiderazione” della decisione sull’uso del diserbante in agricoltura.

Lo scorso novembre, l’Unione europea ha rinnovato l’autorizzazione al controverso erbicida per altri 10 anni, nonostante molti studi abbiano evidenziato la sua pericolosità per ambiente e salute. Proprio sugli studi scientifici, si basa il ricorso presentato dalle associazioni, secondo le quali sono stati “trascurati durante il processo di approvazione”.

Ciò che sostengono le Ong e che hanno presentato in conferenza stampa il 24 gennaio, è che il glifosato aumenta il rischio di cancro e di mortalità, oltre ad importanti impatti sul cervello umano. Tutte evidenze che sono state ignorate nel processo decisionale dell’Ue.

La Commissione europea ha basato la sua decisione sulle “Valutazioni approfondite sulla sicurezza effettuate dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa)”. Tuttavia, entrambe le agenzie Ue sono accusate dalle Ong di non aver prestato attenzione agli studi scientifici, soprattutto quelli indipendenti.

“La Commissione è sempre pronta a rivedere e, se necessario, a migliorare ulteriormente i processi e le norme dell’UE nel settore della sicurezza alimentare”, ha detto Stefan de Keersmaecker, portavoce della Commissione europea per il Green Deal europeo e per la salute pubblica e la sicurezza alimentare ad Euronews.

La Commissione ha tempo fino alla fine di giugno per rispondere. Se non ritirerà l’autorizzazione, le Ong sono pronte a portare il loro caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

Ong ambientaliste contro la Commissione Ue sul glifosato: “Ignorate le innumerevoli prove di tossicità”

Il consorzio di associazioni ambientaliste ha criticato sia le autorità di regolamentazione europee per non aver esaminato la potenziale natura cancerogena del glifosato, ignorando gli studi sulla sua tossicità, sia la Commissione per non aver rispettato il principio di precauzione e di “prudenza” imposto dai Trattati.

Nel 2015 infatti, il glifosato è stato classificato come “probabile cancerogeno” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

“Le autorità hanno sistematicamente rifiutato i dati della letteratura scientifica indipendente, basando la loro valutazione esclusivamente sugli studi forniti dai produttori di erbicidi”, ha spiegato Pauline Cervan, tossicologa di Générations Futures. “Mancano alcuni studi chiave per diverse aree della valutazione (EFSA), il che avrebbe dovuto indurre la Commissione a non accettare il dossier perché incompleto”, ha aggiunto la tossicologa.

Una posizione rimarcata dall’eurodeputata Manon Aubry (Francia/La Sinistra): “La riautorizzazione della Commissione europea per il glifosato per 10 anni, con la complicità della Francia e di altri Stati membri, è una catastrofe umana, ambientale e democratica”. Aubry ha aggiunto che la Commissione “ha ascoltato lobby e ignorato innumerevoli prove di grave tossicità”.

Intanto, Bayer-Monsanto è stata nuovamente condannata a risarcire un contadino della Pennsylvania con 2,25 miliardi di dollari per le conseguenze derivanti dall’uso del Roundup. È il quinto verdetto in favore dei querelanti nei confronti del colosso dei diserbanti e la maggior parte sono legati allo sviluppo del linfoma non-Hodgkin a seguito dell’utilizzo dell’erbicida.