In vista di un eventuale workers buyout, nella fabbrica si potrebbero costruire pannelli solari e altro materiale da fornire a tre comunità energetiche: a Torino, in Grecia e in Spagna.
Da quasi tre anni sono in lotta per difendere il loro diritto al lavoro e al salario. Nonostante la cassa integrazione prima, e diversi mesi senza stipendio poi, gli operai del Collettivo di Fabbrica della GKN di Firenze continuano a mobilitarsi tra presidi e manifestazioni, e non smettono di sperare di salvare lo stabilimento in vista di un possibile ‘workers buyout’.
Anche per questo, nonostante la totale incertezza del futuro (e un recente passato fatto di lotta, sacrifici e diritti violati), gli operai dell’azienda, operante nel settore metalmeccanico, stanno già pensando ad una riconversione ‘green’ che possa assicurare il diritto al lavoro. Ed è per questo che hanno firmato dei pre-accordi per la realizzazione di materiale da fornire a diverse comunità energetiche rinnovabili in Italia e in Europa.
I tre pre-accordi riguardano la costituzione di una comunità energetica a Torino, un’altra in Grecia e, infine, La Bonita, sull’isola di La Palma, alle Canarie, per un primo totale di 14 Mw prenotati. “Pannelli personalizzati, pre-accordi con le comunità energetiche, una rete di solidarietà internazionale, democrazia energetica, comunità di mutuo aiuto reciproco, fabbrica socialmente integrata con la partecipazione di Regione, Comuni, Università. Semplicemente una visione. Del futuro” – spiegano gli operai del Collettivo di Fabbrica GKN – “Una delle funzioni di una proto-cooperativa è quella di stringere pre-accordi. La transizione climatica non è solo un fatto tecnologico, ma anche sociale“.