Le crisi politiche ed economiche dell’ultimo periodo non distolgono l’attenzione dal tema ambientale, almeno secondo i giovani
Per i giovani la transizione ecologica rimane il punto cruciale dell’agenda politica, nonostante gli eventi degli ultimi mesi sembrino aver spostato l’interesse, tra l’acuirsi dei conflitti armati e le possibili guerre commerciali. Le crisi climatiche, tuttavia, non si sono certo fermate e questo risulta ben chiaro alle nuove generazioni.
I giovani italiani e il cambiamento climatico
Uno studio realizzato dal Parlamento Europeo e pubblicato lo scorso febbraio ha evidenziato come i giovani italiani tra i 16 e i 30 anni abbiano indicato, tra le principali priorità politiche europee, proprio l’ambiente e il cambiamento climatico (46% del campione, contro una media europea del 33%), insieme a temi quali il costo della vita, i posti di lavoro e l’istruzione. SI tratta di una delle percentuali più elevate rispetto agli altri paesi europei.
La scelta di queste priorità
Secondo Openpolis, che ha messo insieme una serie di dati e studi sull’argomento, ci sono molteplici motivazioni del perché i giovani italiani sono interessati all’ambiente, a cominciare dal contesto in cui vivono. Per esempio sono molti gli studenti che vanno a scuola vicino a zone particolarmente inquinate, senza la possibilità di utilizzare mezzi pubblici o una mobilità che non costituita esclusivamente dall’auto privata.
L’influenza dell’ambiente scolastico
L’ambiente scolastico che i ragazzi e le ragazze frequentano può influenzare molto la percezione dei giovani su quali siano le priorità su cui intervenire. In particolare il tema della vicinanza della scuola a fonti inquinanti e la mobilità possibile per raggiungere la scuola. Su questo Openpolis ha analizzato i dati rilasciati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito in riferimento all’anno scolastico 2022-2023. In media quasi 9 edifici scolastici su 10 (89,3%) sono raggiungibili con mezzi alternativi all’auto privata, come pullman e autobus, treni, tram e metropolitane. Una quota inferiore, pari al 2,4% degli edifici scolastici statali, è vicina a fonti di inquinamento atmosferico.
Differenze in base ai comuni
Emergono delle differenze tra i vari comuni: dei quasi ottomila comuni presenti in Italia, considerando i circa 1.200 senza edifici scolastici attivi, la maggior parte (5.324) ospita più edifici scolastici raggiungibili con mezzi pubblici che sono meno vicini a fonti inquinanti della media nazionale. Altri 65 comuni presentano invece entrambe le criticità, ossia meno scuole raggiungibili con mezzi alternativi all’auto e maggior vicinanza a fonti di inquinamento. Si tratta soprattutto delle città principali. In ordine di numerosità del patrimonio di edilizia scolastica ci sono Roma, Napoli, Milano, Bari, Reggio Calabria, Livorno, Rimini e Forlì.
Comuni capoluogo e non
Sono il 7,3% i capoluoghi di provincia in cui la vicinanza delle scuole a fonti inquinanti o la raggiungibilità con mezzi pubblici è peggiore rispetto al dato nazionale. E questo a fronte di una media inferiore all’1% tra i comuni non capoluogo. Per questo i ragazzi e le ragazze sono particolarmente legati ai temi della sostenibilità ambientale e alla transizione green, perché tutti i giorni vivono il territorio, si spostano per raggiungere la scuola e toccano con mano la realtà. Per questo, infatti, chiedono ai governi di intervenire in modo concreto per affrontare il problema.
I recenti cambiamenti dello scenario internazionale sembrano aver fatto passare in secondo piano i temi ambientali. Eppure la lotta al cambiamento climatico resta una priorità per i giovani. @conibambini https://t.co/kD88mkA7Sj
— openpolis (@openpolis) April 15, 2025