88,2 grammi di cibo buttati ogni giorno, soprattutto frutta fresca (24,3 grammi settimanali) pane (21,2 grammi), poi verdure (20,5 grammi), insalata (19,4 grammi) cipolle e aglio. Lo spreco alimentare domestico vale 139,71 € pro capite ogni anno.
A rivelarlo l’Osservatorio Waste Watcher International in occasione della 12° Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. A sorprendere è però che se è vero che sprechiamo più cibo, quello che consumiamo è sempre meno sano e sostenibile.
Andrea Segrè, Presidente dell’Osservatorio Waste Watcher, ha commentato così a TeleAmbiente i dati presentati: “Oggi abbiamo raccontato che l’Italia spreca il 10% di più a livello domestico rispetto all’anno scorso. Non è poco, in realtà, anche se questi 629 grammi pro capite a settimana sembrano nulla, quasi non ce ne accorgiamo. Oppure se poi li moltiplichiamo, prendiamo del valore economico, siamo a oltre 8 miliardi di euro, senza considerare poi che generiamo dei rifiuti alimentari che hanno un costo economico ed ecologico. Ma la cosa da dire è che quest’anno questo spreco in aumento è generato soprattutto da due ragioni: sono le classi più povere, meno abbienti, che stanno abbassando di molto il livello qualitativo degli acquisti alimentari e questo determina uno spreco sia quantitativo, più rifiuti alimentari, sia anche qualitativo, nel senso che poi mangiando peggio si ha un impatto sulla salute. Più 26% classi meno abbienti rispetto alla media. L’altro dato su cui riflettere è che aumenta lo spreco al sud piuttosto che al nord e questo significa che ci sono comportamenti e stili di vita diversi che adesso stiamo analizzando.”
La conferenza di presentazione dei dati è stata ospitata dallo Spazio Europa – sede di Rappresentanza Permanente del Parlamento e della Commissione Europea. Proprio dimezzare gli sprechi alimentari tra il 2015 e il 2030 è l’Obiettivo 12.3 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Ha partecipato alla conferenza stampa anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che ha commentato: “Questo studio che oggi viene presentato, uno studio annuale, spiega e racconta qual è la condizione, fotografando come al di là delle produzioni bisogna evitare gli sprechi, al di là del fatto di ridurre gli sprechi energetici, gli sprechi che poi condizionano l’ambiente. C’è un dato che è lo spreco alimentare molto elevato che deve essere contrastato con buone pratiche. Questo è un elemento che permette ovviamente di garantire una qualità della vita migliore per chi può utilizzare prodotti all’interno delle filiere e garantire anche un sistema alimentare più sano, concentrandosi a nostro avviso sulla qualità.”
Quest’anno l’Ambasciatore di buone pratiche contro gli sprechi alimentari sarà il cuoco Filippo La Mantia: “Accettare in genere il ruolo di ambasciatore è sempre difficile e complesso. Bisogna essere responsabili di quello che si fa. In questo caso io da cuoco che maneggio cibo e materia prima tutti i giorni da tantissimi anni, è ovvio che mi devo rifare come generazione a quello che facevano i miei nonni. In cucina non si butta nulla. È uno slogan che non finirò mai di dire. Ogni ingrediente ha una dignità, ha un ruolo, nutre, riempie la pancia, praticamente, quello è fondamentale. Quindi le persone vanno educate al non spreco, che poi non è che ci vuole tantissimo. Bisogna assolutamente essere consapevoli di quello di cui ho bisogno oggi, non domani.”