Giornata europea dei parchi, in Italia il 21% del territorio è tutelato

Quest’anno in Italia si festeggia anche il centenario dell’istituzione dei primi parchi nazionali del Paese. Il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise a TeleAmbiente: “I parchi nazionali italiani hanno impedito l’estinzione di tante specie come lo stambecco e il lupo. Resta critica la situazione dell’orso”. Ma la storia dell’orso Juan Carrito segna la strada di ciò che bisogna migliorare

Il 24 maggio è la Giornata europea dei parchi, un giorno dedicato ai territori del continente protetti e tutelati per le straordinarie bellezze naturalistiche e per la biodiversità che al loro interno viene ospitata.

Una giornata che quest’anno, in Italia, è ancora più sentita perché cade nel centenario dell’istituzione dei due primi parchi nazionali: il Parco del Gran Paradiso e il Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Il primo fu istituito nel dicembre del 1922, il secondo qualche giorno più tardi, a inizio gennaio 1923.

Giornata internazionale dei Parchi, 21% del territorio tutelato

Da quando, nel 1922, nacquero i primi parchi nazionali, in Italia è stata fatta molta strada. Oggi di Parchi Nazionali nel nostro Paese ne esistono ben 24.

A questi, poi, si aggiungono 135 Parchi Regionali, 147 Riserve Naturali Statali, 30 Aree Marine Protette, circa quattrocento Riserve regionali e una vasta rete di siti protetti, la maggior parte dei quali rientranti nella Rete Natura2000.

Sommando tutte queste aree, in Italia il 21% del territorio complessivo del Paese è posto sotto tutela. Si tratta di un traguardo importante ma che non basta.

L’Unione europea, infatti, ha posto un obiettivo ambizioso: arrivare a proteggere e tutelare il 30% del territorio statale sia a terra che a mare entro il 2030.

“Questo vuol dire aumentare di circa la metà la superficie protetta a terra e quasi raddoppiare quella a mare, uno sforzo non da poco ma che va affrontato”, ha dichiarato il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri.

Sammarone (Parco Abruzzo): “I parchi nazionali hanno impedito l’estinzione di tante specie”

Creare nuove aree protette servirà soprattutto a salvaguardare la biodiversità dei territori. Lo ricorda Luciano Sammarone, direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che in una video intervista a TeleAmbiente ha ricordato come “l’istituzione dei primi due parchi nazionali ha consentito di evitare sul Gran Paradiso l’estinzione dello Stambecco e nel Parco d’Abruzzo ha consentito di salvare il Camoscio appenninico”. 

La presenza sul territorio nazionale ha permesso anche di salvare il lupo dall’estinzione nel nostro Paese. “Tra i grandi mammiferi – continua Sammarone – resta critica la situazione dell’Orso. Ma l’orso ha una biologia e un’etologia diverso: si riproduce lentamente, ha bisogno di grandi spazi. E nonostante questo l’istituzione del parco ha impedito l’estinzione della specie”.

Che fine ha fatto l’orso Juan Carrito

Tra gli orsi del parco d’Abruzzo che più hanno fatto parlare maggiormente di sé di sicuro figura il giovane Juan Carrito, diventato celebre per le sue scorrazzate notturne nei centri abitati e per la vicinanza con le persone e gli animali domestici.

Come sta oggi Juan Carrito? “Sta bene – assicura il direttore Sammarone – e la sua vicenda è emblematica di quello che ancora c’è da fare a livello di organizzazione e di convivenza con la natura. Solo qualche mese va l’orso Juan sembrava destinato alla cattività visti i suoi comportamenti. Ma io ho sempre detto che si trattava di un orso adolescente e che crescendo avrebbe mutato il suo carattere. E così è stato”. 

Da quando è stato trasportato, per la seconda volta, lontano dai centri abitati, il giovane orso di poco più di due anni – i cui spostamenti vengono controllati tramite radiocollare – ha deciso di rimanere lì dove si trova.

Non solo. “Qualcuno l’ha visto approcciarsi a una femmina – racconta il direttore del parco -. Anche se è molto giovane e non ancora in età riproduttiva, evidentemente ha già avuto qualche istinto. Un maschio più grande, però, l’ha scacciato facendogli capire che non è ancora il suo momento”. 

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