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Giornata contro desertificazione e siccità, un problema che ci riguarda da vicino

giornata mondiale siccità e desertificazione

Il 17 giugno è la giornata mondiale contro la desertificazione e il pericolo siccità. Un problema che proprio quest’anno riguarda l’Italia da vicino con il Settentrione in secca e il Centro Italia in pericolo

Come ogni anno, il 17 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione e alla siccità

La giornata scelta per puntare i riflettori sul pericolo siccità e desertificazione è quella dell’anniversario della firma della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD) avvenuta il 17 giugno 1994 a Parigi.

Metà della Terra è a rischio desertificazione

Quello della desertificazione e della siccità è un problema che va affrontato in maniera globale perché è una delle conseguenze della crisi climatica che sta colpendo il nostro Pianeta.

E almeno la metà della Terra potrebbe essere colpita da fenomeni di desertificazione a partire dal 2050. A dirlo è l’ultimo rapporto “Drought in Number” dell’UNCCD, pubblicato l’11 maggio scorso, in occasione della 15esima sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione.

Secondo gli scienziati che hanno redatto il rapporto, la siccità è in aumento costante e colpisce circa 55 milioni di persone ogni anno. Inoltre, entro il 2050, le zone aride potrebbero coprire tra il 50 e il 60% di tutta la terra, con circa tre quarti della popolazione mondiale che vive in queste aree in condizioni di grave scarsità d’acqua.

Siccità, un problema (anche) italiano

Nella giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità gli occhi sono puntati anche sull’Italia. Il Settentrione del nostro Paese, infatti, è colpito da un’ondata di siccità che sta mettendo a dura prova il sistema idrico di molte regioni (e che secondo qualcuno rappresenta la nuova normalità).

Inoltre, il Po e gli altri corsi d’acqua in secca non aiutano. In alcune zone non piove da quattro mesi e in alcuni comuni in Piemonte sono già attive le autobotti. Il pericolo è che nei prossimi mesi la scarsità d’acqua ci porti a una scelta dolorosa tra l’irrigazione dei campi e la possibilità di avere acqua nei rubinetti delle case.

Intanto da ieri Edison – d’intesa con la Regione Lombardia – ha deciso di incrementare i rilasci d’acqua a valle dagli invasi della Valtellina per una durata di dieci giorni. La decisione è stata presa per “mitigare la grave crisi idrica che perdura a causa della scarsa piovosità registrata a partire dalla seconda metà del 2021 e che nei primi cinque mesi del 2022 ha portato a una riduzione delle precipitazioni di circa il 60%, con conseguente contrazione delle produzioni idroelettriche di oltre il 50% rispetto alle medie storiche”, come si legge in una nota.

La siccità si sposta al Centro Italia

Se le regioni del Nord sono le più colpite dall’ondata di siccità che sta colpendo il Paese da mesi, l’assenza di piogge e l’arrivo anticipato della bella stagione sta mettendo in difficoltà anche il Centro.

A lanciare l’allarme a ridosso della Giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità è stata Anbi, l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, nel suo report settimanale dove si parla della “prima stagione in cui si evidenziano in maniera massiva le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla Penisola”.

Ad essere colpiti sono diversi fiumi del Centro Italia. L’Arno, in Toscana, ha flussi dimezzati rispetto alla media mensile. Peggio l’Ombrone che è ridotto ad uno stato torrentizio.

Nelle Marche, il fiume Sentino tocca il minimo storico e il fiume Tevere registra il livello più basso dal 1996. Nel Lazio è grave anche la situazione dell’Aniene.

Siccità, Cingolani: “Istituiamo tavolo politico-istituzionale”

Il problema della siccità è arrivato, alla vigilia della giornata mondiale contro siccità e desertificazione, anche in Senato dove ieri, durante il question time, il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani ha dichiarato che il governo sta “potenziando il monitoraggio sulla scarsità idrica”. 

“È stato costituito il Comitato di coordinamento nazionale degli Osservatori presso le Autorità di bacino, e stiamo costituendo un Tavolo politico istituzionale di alto profilo, per fare un quadro d’insieme delle misure a livello nazionale”, ha spiegato Cingolani.

Secondo il ministro “ci sono iniziative più strutturali, come il potenziamento degli strumenti gestionali di bilancio idrico, o gli investimenti in opere infrastrutturali, sia all’interno del Pnrr che nel Piano nazionale degli interventi sul settore idrico. Prevediamo interventi per migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento idrico di importanti aree urbane e la sicurezza e la resilienza delle reti”.

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