"Se non riusciamo a far comprendere al nostro paese e all'Europa che, investire sull'ambiente, anche sull'informazione corretta, di fatto, significa segare il ramo dell'albero dove siamo seduti". Il commento di Antoci (M5S) sul giornalismo ambientale.

Giornalismo ambientale e minacce, come può intervenire l’UE?

Tabella dei Contenuti

“Se non riusciamo a far comprendere al nostro paese e all’Europa che, investire sull’ambiente, anche sull’informazione corretta, di fatto, significa segare il ramo dell’albero dove siamo seduti”. Il commento di Antoci (M5S) sul giornalismo ambientale.

Circa quattro giornalisti su 10 che si occupano di questioni ambientali sono stati minacciati a causa del loro lavoro. L’11% ha persino subito violenze fisiche. È quanto ha rivelato un’indagine globale dall’Earth Journalism Network su oltre 740 giornalisti e redattori di 102 Paesi.

Il 43% di coloro che sono stati minacciati “talvolta” o “frequentemente” sarebbe stato in particolare preso di mira da persone impegnate in attività illegali come il disboscamento e l’estrazione mineraria. Circa il 30%, invece, è stato minacciato di azioni legali, a testimonianza della crescente tendenza di aziende e governi a ricorrere al sistema giudiziario per imbavagliare la libertà di parola su certi temi.

Cosa può fare a riguardo il Parlamento Europeo? Lo abbiamo chiesto a Bruxelles al Parlamentare Europeo del M5S Giuseppe Antoci.

Le querele temerarie sono un problema di cui ci siamo occupati anche in un’interrogazione parlamentare, un tema legato molto alla dignità del lavoro. – spiega a TeleAmbiente Antoci Molto spesso le querele temerarie arrivano nei confronti di giornalisti che si occupano di vari temi, come quelli ambientali, che sono anche sottopagati, e che non hanno alle spalle delle forte redazioni. Quindi, è chiaro che la persona è già precaria, impaurita dalle querele temerarie a raccontare la verità. Il tema è legato al concetto di verità, di scelta di un giornalismo libero, anche sui temi ambientali. Se noi non riusciamo a far comprendere al nostro paese e all’Europa che, investire sull’ambiente, anche sull’informazione corretta sull’ambiente, di fatto, significa segare il ramo dell’albero dove siamo seduti, e non abbiamo compreso quali sono le vere priorità e emergenze per l’Europa, che non sono certamente quelle del riarmo, ma quelle di avere delle idee progettuali per il futuro dell’Europa, alternative al futuro ambientale del nostro paese“.

Bruxelles, la mostra dedicata alle ecotecnologie

Parlando di tecnologie per il futuro del nostro paese, Ecofuturo ha presentato la scorsa setttimana al Parlamento Europeo una mostra di ecotecnologie per offrire una visione concreta di soluzioni per un futuro sostenibile, tra innovazione, efficienza energetica e nuove opportunità per l’ambiente e l’economia. 20 grandi pannelli e 5 totem con oggetti simbolo delle ecotecnologie, accompagnati da contenuti interattivi e dal mondo virtuale di Ecofuturo World.

Esperti del settore si sono anche confrontati in una tavola rotonda sulle ecotecnologie già esistenti e di come queste possono trasformare il nostro modello di sviluppo, rendendolo più equo, indipendente e resiliente.

Pubblicità
Articoli Correlati