Il mercato di Kantamanto in Ghana distrutto da un incendio. Ma quei vecchi abiti usati rappresentano un pericolo per le comunità locali.
Giovedì 2 gennaio un enorme incendio ha distrutto il più grande mercato di vestiti usati, Kantamanto, ad Accra in Ghana.
Le fiamme hanno ridotto in cenere il centro dell’economia del paese, costringendo migliaia di commercianti a lasciare il posto. Sono stati distrutti beni per un valore di milioni di cedi locali.
“È devastante. – ha detto Alex King Nartey, portavoce del GNFS (Ghana National Fire Service) – Non abbiamo registrato vittime gravi, ma la perdita economica è enorme. Le indagini preliminari suggeriscono che i collegamenti elettrici difettosi potrebbero aver innescato l’incendio, anche se non escludiamo l’incendio doloso”.
I commercianti, molti dei quali specializzati nella rivendita di vestiti usati, hanno perso tutto quello che possedevano.
Adjoa Amu, una madre di tre figli di 39 anni, ha dichiarato all’AFP: “Vendo qui da 12 anni. Questo mercato nutre i miei figli, paga le loro tasse scolastiche. Ora non mi resta altro che cenere“.
Il presidente del Traders Advocacy Group Ghana (TAGG), David Kwadwo Amoateng, ha esortato il governo ad agire rapidamente, aggiungendo che “il mercato è una parte vitale della nostra economia. I commercianti qui hanno bisogno di finanziamenti di emergenza per rimettersi in piedi. Senza un intervento immediato, migliaia di mezzi di sostentamento sono a rischio“.
Il mercato di Kantamanto, che ospitava oltre 30.000 commercianti, sembrava un’ancora di salvezza per l’economia locale ma, in realtà, rappresenta uno dei principali pericoli per la stesse comunità locali.
Ghana, ecco dove finiscono i nostri abiti usati
Il Ghana è la seconda destinazione di abiti di seconda mano provenienti dal continente europeo. L’Italia è la nona esportatrice a livello mondiale, terza in Europa, dietro a Belgio e Germania. Soltanto nel 2022 dal Belpaese sono arrivate in Ghana quasi 200 mila tonnellate di indumenti usati. Tra i primi dieci brand di capi invenduti nel mondo, però, ci sono tutti marchi del fast fashion, come H&M, Zara, Primark e Shein.
Quasi la metà dei vecchi vestiti che arrivavano a Kantamanto era, infatti, invendibile. Parliamo di circa 15 mln di vecchi abiti ogni settimana, come afferma un’ultima indagine di Greenpeace, che denuncia l’impatto di questi indumenti provenienti dal nord del mondo su ambiente, comunità ed ecosistemi del paese dell’Africa occidentale.
Molti dei vestiti usati che arrivano in Ghana, inoltre, finiscono in discariche abusive o vengono bruciati nei lavatoi pubblici, contaminando gravemente l’aria, il suolo e le acque, mettendo di conseguenza a rischio la salute delle comunità locali. Dal 2023 il Ghana è la discarica più grande al mondo e solo un terzo dei vestiti che arrivano nel paese vengono rivenduti o riciclati.
I nostri vestiti di fast fashion finiscono in Ghana
Il termine fast fashion, “moda veloce”, indica il modello di business nato negli anni Ottanta per la produzione e la commercializzazione di capi di abbigliamento generalmente di scarsa qualità e a basso prezzo. Il grande successo è dovuto alla rapidità nel ricambio delle collezioni in vendita nei negozi della grande distribuzione che in questo modo tengono il passo delle nuove tendenze della moda. Tra i marchi più famosi compare Shein.
Secondo alcuni dati della Commissione europea, il consumo di prodotti tessili nel Vecchio Continente ha il quarto impatto più elevato sull’ambiente e sui cambiamenti climatici.
Ogni anno un cittadino europeo getta in media 11 chilogrammi di prodotti tessili e, nel mondo, ogni secondo un camion di indumenti viene smaltito in discarica o incenerito. Meno dell’1% degli abiti usati viene riciclato e una grande massa di scarti di abbigliamento sommerge paesi come il Ghana.
Nella docuserie JUNK, coprodotta da Will Media e Sky Italia, si indaga sulla verità che si nasconde dietro l’industria della produzione dei vestiti, raccontata attraverso le storie di chi subisce l’impatto negativo del fast-fashion. Dal Ghana al Cile, Indonesia, Bangladesh, India e Italia, ogni puntata è dedicata ad un paese e tema diverso. Protagonista di questo viaggio è l’attivista e imprenditore Matteo Ward, che ha raccontato a TeleAmbiente la sua esperienza.