Lunedì 15 e martedì 16 luglio i ministri dell’Energia si riuniscono per delineare criteri e strategie comuni per sfruttare le potenzialità di una tecnologia ancora troppo poco esplorata tra le varie fonti rinnovabili.
Una due giorni per parlare delle potenzialità di una fonte di energia rinnovabile come la geotermia. Questo il primo punto all’ordine del giorno dell’incontro informale dei ministri dell’Energia dell’Unione europea, che lunedì 15 e martedì 16 luglio si riuniscono a Budapest per discutere sulle tecnologie e sui principali ostacoli attuali. Sanjeev Kumar, capo politica del Consiglio europeo per l’energia geotermica (EGEC), ha saluto con favore l’incontro nella capitale ungherese: “Per la prima volta in assoluto il Consiglio europeo sta esaminando l’energia geotermica“.
Va ricordato che la geotermia superficiale sfrutta il basso calore vicino alla superficie terrestre e lo accoppia con una pompa di calore per riscaldare i singoli edifici. La geotermia profonda, invece, richiede perforazioni di diversi chilometri nel terreno, ma così facendo sfrutta temperature più elevate e in grado di generare elettricità o riscaldare interi distretti. Finora, però, rispetto ad altre tecnologie come il solare e l’eolico, la geotermia è stata una fonte di energia rinnovabile poco sfruttata: a livello globale, stando ai dati del 2022, rappresentava solo lo 0,5% del mercato dell’elettricità rinnovabile e produceva appena lo 0,2% dell’elettricità nell’Ue.
Il principale ostacolo alla diffusione della geotermia, finora, ha riguardato i rischi della sua implementazione e la difficoltà nell’ottenere finanziamenti. “Il geotermico è una fonte di energia rinnovabile disponibile localmente che può fornire, in modo economicamente vantaggioso, elettricità dispacciabile, calore o una combinazione di entrambi“, si legge nel documento di riferimento dei ministri dell’Energia dell’Ue. Ora, in Europa, si cerca di aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Con lo sviluppo della tecnologia, la geotermia può rappresentare una grande opportunità, dal momento che l’energia prodotta e i prezzi si stanno stabilizzando. “Anche se aumentano i prezzi dell’energia, il geotermico resta praticamente stabile, perché non abbiamo una fonte di combustibile“, ha spiegato Sanjeev Kumar.
La tendenza appare netta e consolidata: ci si rivolge sempre più al geotermico perché il riscaldamento basato sul combustibile è sempre più costoso, tra gli aumenti del prezzo del gas, le imposte sui carburanti legate al carbonio e i divieti o le limitazioni per migliorare la qualità dell’aria. L’energia geotermica superficiale ha anche il vantaggio di essere una fonte di riscaldamento ampiamente disponibile e sicura: lo dimostra anche il fatto che viene utilizzata la geotermia per l’energia utilizzata nel nuovo quartier generale della NATO a Bruxelles o nel Palazzo dell’Eliseo a Parigi.
L’incontro di Budapest verterà sugli incentivi e sugli investimenti, sulla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e sulla cooperazione tra i vari Paesi Ue. Tra le possibili soluzioni per incoraggiare lo sviluppo della geotermia, troviamo sussidi o prestiti convertibili in sussidi, garanzie statali, assicurazioni per l’esplorazione e meccanismi di copertura. Ma anche la pubblicazione di dati geoscientifici, mappe e altre informazioni che possono facilitare la valutazione del potenziale geotermico e dei rischi geologici del sottosuolo. Infine, si cercherà di sviluppare criteri standard per la valutazione dell’impatto ambientale, in modo da fornire chiarezza a chi intende sviluppare progetti e alle agenzie preposte all’autorizzazione.
L’incontro di Budapest sta avvenendo nell’ambito della presidenza ungherese di turno del Consiglio Ue. La coincidenza positiva è che l’Ungheria, nella città meridionale di Szeged, vanta il più grande sistema di riscaldamento geotermico dell’Unione europea, che fornisce energia a 28mila famiglie e oltre 400 edifici pubblici. Il governo Orban, generalmente poco attento alla questione ambientale, intende far adottare dal Consiglio dell’Energia una strategia per l’energia geotermica e far istituire un gruppo di lavoro che potrebbe iniziare a redigere il testo a settembre. Anche se l’Italia possiede alcuni impianti geotermici anche storici, il nostro Paese appare indietro rispetto all’Ungheria, ma anche ad altri Paesi Ue come Germania, Polonia, Austria, Irlanda, Croazia e soprattutto Francia.