I genitori che lavorano da casa influenzano la frequenza scolastica dei figli. L’allarme dal Regno Unito

L’Ofsted, l’ente di controllo scolastico del Regno Unito, ha affermato che il cambio delle abitudini lavorative dei genitori sta influendo sulla frequenza scolastica dei figli

I genitori che praticano lo smart working con sempre più frequenza, influenzano la presenza dei bambini a scuola. Sono le parole di Martyn Oliver, direttore dell’Ofsted, l’Ufficio per gli standard in materia di istruzione, servizi e competenze per l’infanzia del Regno Unito. Secondo Oliver il tasso di frequenza scolastica è influenzato dal lavoro da casa dei genitori, che, dopo la pandemia, è nettamente aumentato. Dunque questo cambiamento delle abitudini lavorative avrebbe portato a un cambiamento nell’atteggiamento degli studenti.

Le parole di Martyn Oliver sui genitori inglesi

Martyn Oliver ha dichiarato al Sunday Times che, secondo lui, la situazione nel Regno Unito è la seguente: “Improvvisamente le persone si sono abituate a lavorare da casa e, in molti casi, non credo che ci fosse lo stesso desiderio di avere il proprio figlio a scuola mentre i genitori erano a casa. Loro si erano abituati da quasi un anno e mezzo, a intermittenza, durante il lockdown. Questo ha cambiato qualcosa. D’altronde se mia mamma e mio papà fossero rimasti a casa tutto il giorno, avrei voluto alzarmi e uscire di casa, sapendo che erano entrambi lì? Forse sarei stato tentato di dire: posso stare con te?”.

I numeri sulla frequenza scolastica

Guardando dati ufficiali, quasi un settimo dei bambini della scuola primaria e un quarto degli alunni delle scuole secondarie statali sono assenti in modo persistente, perdendo almeno un giorno ogni due settimane. In tutta l’Inghilterra le assenze persistenti nelle scuole secondarie statali sono aumentate dal 13% nel biennio 2018-19 al 24% nel biennio 2022-23. Mentre un piccolo numero di scuole consente ai bambini di essere “flexi-schooled”, ossia i genitori possono insegnare ai loro figli da casa per parte della settimana, Oliver ha notato che il venerdì è sempre stato il giorno con la peggiore presenza.

L’importanza di sviluppare buone abitudini

Secondo il direttore dell’Ofsted è importante, per i genitori e i bambini, sviluppare delle buone abitudini sociali come “alzarsi la mattina, indossare le scarpe invece delle pantofole, uscire per andare al lavoro, andare a scuola, aspettarsi di completare un’intera giornata di scuola, un’intera giornata di lavoro, chiaramente crei un’abitudine” ha detto. Oliver ha anche ricordato gli effetti che aveva avuto su di lui vedere il padre commerciante di patate, uscire presto per andare a lavoro. Un’aspettativa che, secondo lui, si sta perdendo.

Altri elementi e la frequenza scolastica

Martyn Oliver ha affermato che anche altri fattori oltre allo smart working, come problemi di salute mentale, ansia e depressione possono contribuire a ridurre i tassi di frequenza scolastica. A questo si aggiungono anche elementi esterni, come la mancanza di finanziamenti adeguati per i servizi scolastici, la maggiore presenza nelle scuole di figure come gli infermieri e gli psicologi infantili e la limitazione del tempo trascorso dai bambini davanti agli schermi.

L’evoluzione dello smart working

Nel Regno Unito e non solo alcune aziende come JP Morgan, Amazon e Boots hanno chiesto al personale di tornare in ufficio a tempo pieno dopo la fine dell’emergenza sanitaria, mentre molte altre hanno ancora accordi flessibili e insistono sul modello ibrido che consente ai dipendenti di trascorrere due giorni a settimana a casa. È evidente dunque che la cultura del lavoro da casa continuerà a persistere, così come le sfide che questo nuovo modello comporta per le scuole.

Tecnologia vs socialità

Secondo Oliver: “Dovremo fare i conti con il fatto che ci sono grandi cose che puoi fare in modo davvero efficiente dietro uno schermo ora, ma non puoi negare che un bambino che accede ad altri bambini, ad altri adulti e impara a socializzare è un chiaro vantaggio della scuola“.