Borsette, cinture e scarpe realizzate con pelli di animali esotici: denunciato un uomo

Borsette, cinture e scarpe realizzate con pelli di animali esotici: denunciato un uomo

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Tra la merce sequestrata al valico tra Italia e Svizzera, 22 borsette, 18 cinture e 30 scarpe realizzate con pelli di animali esotici. 

22 borsette, 18 cinture e 30 scarpe realizzate con pelli di animali esotici. Questa la merce sequestrata a un uomo di 25 anni durante un controllo al valico di Uggiate con Ronago, in provincia di Como, in Lombardia. A insospettire gli staff della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è stato il nervosismo del signore nato in Italia ma residente in Svizzera. “Non ho nulla da dichiarare“, ha affermato l’uomo. Un’ispezione all’interno della sua auto, però, ha portato alla scoperta di 70 accessori appartenenti a una famosa società di abbigliamento di lusso per un valore di 25.000 euro.

Borsette, cinture e scarpe ricavate con pelli di alligatore del Mississippi (Alligator mississippiensis), di pitone delle rocce birmano (Python bivittatus), di pitone reticolato (Malayopython reticulatus) e di coccodrillo del Nilo (Crocodylus niloticus). Animali che, in base alla Convention on International Trade of Endangered Species (CITES), dovrebbero essere tutelati a 360 gradi.

Qualche ora prima di essere intercettato, almeno a detta dei militari, l’uomo avrebbe effettuato le pratiche doganali utili all’esportazione dall’Italia alla Svizzera. Poco più tardi, in mancanza di documentazione, il signore avrebbe provato a reintrodurre la merce nell’Unione Europea. Due gli obiettivi: eludere gli assolvimenti in materia di IVA all’importazione ed evitare i controlli per la salvaguardia della fauna selvatica considerata a rischio di estinzione. Tutto inutile, però. Il ragazzo è stato denunciato.

Capi di abbigliamento con pelli di animali esotici, verso la COP16 a Roma

Riprenderà in Italia, a Roma, nella sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), dal 25 al 27 febbraio 2025, la COP16, cioè la Conferenza delle Parti sulla Convenzione delle Nazioni Unite per la Biodiversità. Ad annunciarlo è stata l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) dopo il flop dei negoziati a Cali, in Colombia, tra il 21 ottobre e il 1° novembre 2024. Obiettivo della riapertura dei lavori è, secondo il ministro dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile della Colombia e Presidente della COP16, cioè della Conferenza delle Parti sulla Convenzione delle Nazioni Unite per la Biodiversità, Susana Muhamad, il raggiungimento della pace con Madre Terra. “L’Italia deve farsi capofila di una visione naturalistica del territorio“, ha commentato il Vicepresidente della Camera dei Deputati e deputato del Movimento Cinque Stelle (M5S), Sergio Costa.

Durante la prima sessione della COP16, cioè della Conferenza delle Parti sulla Convenzione delle Nazioni Unite per la Biodiversità, i rappresentanti di 196 Paesi non avevano sottoscritto un’intesa per finanziare un fondo necessario al ripristino degli habitat naturali degradati nelle aree più povere del Globo. A non volere spendere risorse economiche per animali e piante erano stati Canada, Svizzera e Unione Europea. Proprio per questo gli Stati dell’Africa e dell’America del Sud avevano espresso rabbia per il trattamento subìto. La riapertura dei negoziati a Roma, Città Eterna esempio non solo di cultura ma anche di biodiversità, potrebbe aprire nuovi scenari nella salvaguardia della ricchezza di vita del pianeta Terra.

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