“Ciò che è avvenuto in Toscana è un atto di crudeltà che va condannato indipendentemente da chi l’abbia commesso”, il commento di Martina Pluda, direttrice HSI Italia dopo l’orrore avvenuto a Campiglia Marittima.
Ha ucciso un gatto e ha cercato di cucinarlo per strada, sul marciapiede, a pochi passi dalla stazione di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno. Questo è ciò che successo martedì mattina e a denunciare l’episodio sono stati numerosi cittadini, increduli di fronte a quello che stavano vedendo. Il giovane, un ventenne di origini africane, è stato fermato dai Carabinieri e poi rilasciato.
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In merito all’accaduto la direttrice di HSI Italia, Martina Pluda ha commentato: “Humane Society International è impegnata a livello mondiale per porre fine al consumo di carne di cane e di gatto. Ciò che è avvenuto in Toscana è un atto di crudeltà che va condannato indipendentemente da chi l’abbia commesso. La dinamica dell’accaduto va chiarita quanto prima in modo che cose di questo tipo non accadano più. Allo stato attuale si può dire che in Italia non è legale mangiare carne di cane e di gatto anche se non esiste una norma specifica a dirlo. Il divieto si ricava in modo implicito, in particolare dal Codice Penale che all’articolo 544 bis stabilisce che chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagioni la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni. Sebbene non sia ancora chiaro se si trattasse di un animale domestico o di un randagio, bisogna sottolineare che anche i gatti che vivono in libertà sono protetti dalla Legge n. 281 del 1991 che condanna gli atti di crudeltà contro di essi.
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La situazione è simile in molti paesi; dopotutto è raro che si vieti esplicitamente qualcosa che non accade. Ad esempio, attualmente nel Regno Unito è tecnicamente legale consumare carne di cane e di gatto anche se una proposta per l’emanazione di un divieto a proposito è stata respinta proprio il 9 giugno scorso dal Governo inglese perché considerata non necessaria.
A livello europeo c’è un regolamento del 2004 che vieta la commercializzazione e l’importazione di pellicce di cane e gatto e di prodotti che le contengono. – conclude – In questo caso si parla però dell’uccisione solo per fini di abbigliamento e non per scopi di alimentazione.”