Rabbia e proteste dopo la decisione del Parlamento europeo che ha di fatto avallato l’atto delegato della Commissione.
Gas e nucleare nella tassonomia verde Ue, insorgono gli ambientalisti. Dopo il voto del Parlamento europeo, che ieri ha di fatto avallato l’atto delegato della Commissione europea, non sono mancate la rabbia e le proteste di tante associazioni ambientaliste. Come Greenpeace, che subito dopo il voto dell’Europarlamento aveva annunciato un’azione legale contro la Commissione europea. Ma non solo.
Tassonomia Ue, Wwf: “Non rinunciamo a combattere”
Subito dopo la votazione del Parlamento europeo, è arrivata una nota di protesta del Wwf Italia. “Ancora una volta traditi clima e cittadini, con norme che convoglieranno miliardi di euro in attività che accelereranno il cambiamento climatico e danneggeranno il pianeta. Gas e nucleare non possono essere investimenti ‘verdi’, valutiamo un’azione legale. Miliardi di euro di investimenti finiranno dalle rinnovabili realmente sostenibili a queste fonti energetiche dannose” – spiega Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia – “Etichettare gas e nucleare come sostenibili è un evidente greenwashing a favore delle lobby. Abbiamo perso questa battaglia, ma non rinunceremo a combattere. Dobbiamo fermare il greenwashing e proteggere la credibilità di tutta la tassonomia Ue“.
Tassonomia Ue, Legambiente: “Scelta politica senza basi scientifiche”
Anche Legambiente è sulla stessa lunghezza d’onda di altre associazioni ambientaliste, italiane ed europee. “L’Europarlamento ha ceduto alle lobby di gas e nucleare. Un duro colpo al Green Deal Ue e all’ambiziosa politica climatica in linea con l’obiettivo di Parigi di 1,5°C, indispensabile per fronteggiare l’emergenza climatica. Una scelta politica senza alcuna base scientifica, adottata nonostante il parere fortemente contrario della Piattaforma sulla Finanza Sostenibile (PFS), ossia del gruppo di esperti indipendenti nominati dalla stessa Commissione per il supporto scientifico necessario alla redazione questo Atto Delegato Complementare per l’attuazione del regolamento sulla tassonomia” – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale – “La PFS aveva evidenziato che il nucleare non rispetta i criteri (previsti dall’articolo 17 del regolamento sulla tassonomia) sul principio del non arrecare danni significativi all’ambiente, specie per la gestione e lo smaltimento delle scorie radioattive”.
Sul gas fossile, invece, Ciafani spiega: “Per fornire un contributo sostanziale alla mitigazione dei cambiamenti climatici, gli impianti devono emettere meno di 100 CO2e/kWh, mentre gli impianti più efficienti a disposizione emettono non meno di 316 gr CO2e/kWh. In questi giorni siamo a Strasburgo, con una delegazione di circa 60 attivisti, insieme a tante altre associazioni e giovani da tutta Europa, per le mobilitazioni nei pressi del Parlamento europeo“.