Gamberetti trovati morti nella baia di San Montano (Ischia) e meduse lungo la costa di San Giovanni a Portoferraio (Livorno): scatta l’allarme ambientale. Cambiamento climatico, innalzamento delle temperature, pesca eccessiva e inquinamento stanno provocando lo stress dell’intera catena alimentare marina.
Lungo il litorale di San Montano, a Lacco Ameno sono stati ritrovati migliaia di gamberetti sul bagnasciuga. Dopo le segnalazioni dei residenti, sono giunti sul posto gli esperti biologi della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli che hanno prelevato alcuni campioni per accertare le cause dello strano fenomeno, che, qualche tempo fa, si è verificato anche sulle coste cilene. La Guardia costiera ha immediatamente avviato un’indagine, per capire il motivo dell’accaduto e ha invitato la popolazione a non raccogliere e a non mangiare i gamberetti spiaggiati. Ma oltre ai gamberetti sul litorale di San Montano, un altro fenomeno inusuale si è verificato lungo la costa di San Giovanni a Portoferraio (Livorno): sono state ritrovate numerose meduse spiaggiate o nel porto, ben visibili anche di notte grazie alla loro bioluminescenza (meduse luminose pelagia noctiluca). Si tratta di un evento molto probabilmente causato dalla tropicalizzazione del Mediterraneo che spiegherebbe il fatto che sia avvenuto in pieno inverno. Proprio il riscaldamento delle acque allungherebbe il loro periodo di permanenza.
IL 2018 è stato infatti il quarto anno più caldo registrato sulla Terra e il più caldo mai registrato dall’uomo in Italia. In Italia ci sono stati addirittura 1,53° C in più e in alcune regioni e aree marine i record storici di caldo in alcuni periodi sono stati battuti di diversi gradi. Cambiamento climatico, innalzamento delle temperature, pesca eccessiva e inquinamento stanno provocando lo stress dell’intera catena alimentare marina.
“Il riscaldamento globale e quello ancora più accelerato del mediterraneo rischiano di rendere annuale, da stagionale che era, la presenza delle meduse lungo le coste – spiega Legambiente – con conseguenze per la vita marina e per le attività umane legate alla blue economy e al turismo, che sono ancora tutte da valutare ma che non sembrano proprio positive”.