“L’ebollizione dell’acqua in microgravità, in quelle condizioni è un fenomeno completamente differente.” Walter Villadei, Colonnello dell’Aeronautica militare.
Anche i fusilli andranno nello spazio. La pasta sarà all’interno del menù della prossima missione Voluntas a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, prevista per gennaio 2024.
La missione a cui partecipa l’astronauta italiano Walter Villadei godrà della collaborazione tra il Ministero dell’Agricoltura, l’Aeronautica Militare, Axiom Space e Barilla. Proprio l’azienda italiana preparerà i pasti degli astronauti durante la quarantena. Sulla stazione spaziale si mangeranno 3 kg di fusilli. Una presenza fortemente voluta dal ministero dell’Agricoltura che ha candidato la cucina italiana a diventare Patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco.
Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura ha dichiarato da Washington: “Questa missione ha lo scopo di valorizzare ancora questa candidatura, arriverà nello Spazio il nostro buon cibo. Il colonnello Villadei e gli altri 3 astronauti non vedono l’ora di farsi chiudere in quarantena perché non vedono l’ora di assaggiare i piatti preparati dalla nostra cuoca. In tutto il mondo racconteremo, attraverso la cucina italiana, quello che l’Italia ha da offrire legandoci a tutte le nostre imprese, a tutte le nostre potenzialità e lavorando, come al solito, per il benessere complessivo degli altri ma anche dei nostri imprenditori e della nostra economia”.
Durante le due settimane di orbita alcuni membri dell’equipaggio oltre a cucinare la pasta effettueranno degli esperimenti sensoriali.
Walter Villadei, Colonnello dell’Aeronautica militare: “L’ebollizione dell’acqua in microgravità, in quelle condizioni è un fenomeno completamente differente. Quindi riuscire a partire da quelle che sono le procedure attuali per la preparazione del cibo, ipotizzando che, un domani, volessimo avere una cucina un po’ più tradizionale per consentire agli astronauti di preparare una varietà di cibi più articolata, questo richiede uno sviluppo tecnologico innovativo e questo sviluppo tecnologico può indubbiamente avere un ritorno anche sulla Terra”.