
La centrale nucleare collassata nel 2011 da ancora segni di contaminazione radioattiva. È a rischio anche il processo di smaltimento che potrebbe essere posticipato in seguito alle ultime informazioni e alla pandemia.
Secondo la bozza del nuovo apporto di indagine sull’incidente nucleare di Fukushima del 2011, resa pubblica mercoledì dalle autorità giapponesi, i livelli di contaminazione radioattiva sono ancora pericolosamente alti. Nel rapporto si legge che i coperchi che sigillano le vasche di contenimento dei reattori 2 e 3 sono stati raggiunti dalla contaminazione e presentano un tasso di radioattività pari a quello dei rifiuti nucleari fusi immediatamente dopo il disastro.
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I contenitori dispongono di una protezione formata da dischi di cemento su tre livelli con diametro di 12 metri ciascuno e proprio questi dischi sarebbero contaminati da una sostanza, il cesio-137, altamente radioattivo.
Dalle indagini condotte delle autorità giapponesi è stato possibile constatare come le sostanze radioattive si siano mosse e che non tutti gli impianti di sicurezza abbiano funzionato a dovere al momento dell’incidente.
Toyoshi Fuketa commissario presso l’autorità giapponese per la regolamentazione nucleare (NRA) ha dichiarato che la situazione è di estrema serietà. Inoltre ci sarà un ritardo nei processi di smantellamento dei combustibili fusi, un compito estremamente difficile che richiederà decenni di lavori per l’eliminazione di una quantità di scorie pari a 900 tonnellate. Ma le autorità giapponesi non sono state in grado di descrivere esattamente quando o come potrebbe finire.
Fukushima, scorie radioattive nell’acqua: oceano a rischio contaminazione
Le operazioni di rimozione del reattore numero 2 sarebbero dovute iniziare quest’anno, in vista del decimo anniversario dell’incidente, ma è stato annunciato un ritardo dalla Tokyo Electric Power Co. e dal governo giapponese, che ha spostato le operazioni al 2022.
Il piano per la rimozione, in collaborazione con la Gran Bretagna, prevede la costruzione di un braccio meccanico telecomandato che raccoglierà le scorie fuse con il pavimento del reattore che ha causato l’evacuazione di 160.000 persone nel 2011.
Di Francesco De Simoni