Home Attualità Fukushima, 12 anni dopo il disastro: l’emergenza infinita

Fukushima, 12 anni dopo il disastro: l’emergenza infinita

Preoccupano le conseguenze a lungo termine del disastro nucleare, ma anche il piano del Giappone che vuole sversare oltre 1,3 milioni di tonnellate di acque contaminate nell’oceano. 

Fukushima, a 12 anni esatti dal disastro è ancora emergenza. Era l’11 marzo 2011 quando un terremoto di magnitudo 9 causò uno tsunami, con onde alte fino a 14 metri che investirono in pieno la centrale nucleare e distrussero i generatori di emergenza che alimentavano i sistemi di raffreddamento di tre diversi reattori. Si trattò del disastro nucleare più grave dopo quello di Chernobyl, con conseguenze che ancora oggi sono devastanti.

Le analisi sulle specie ittiche pescate nella zona di Fukushima, ancora oggi, mostrano elevati livelli di radioattività, ben oltre la soglia minima di sicurezza. Anche per questo, il governo nipponico ne ha vietato la vendita. I dati sull’impatto ambientale del disastro sono però solo parziali ed è difficile fare una stima precisa.

Dodici anni dopo, i problemi non sono finiti. Il piano di smantellamento della centrale di Fukushima è articolato in diverse fasi, che secondo il cronoprogramma, si concluderanno solo nel 2051. Tra queste, c’è anche il controverso sversamento delle acque contaminate che erano state utilizzate per raffreddare i reattori danneggiati e poi immagazzinate in serbatoi. Si tratta di oltre 1,3 milioni di tonnellate di acqua che sarà smaltita nell’oceano Pacifico, e che presenta una grave criticità: pur essendo trattata, presenta ancora il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno, che non può essere filtrato.

Se Tokyo da tempo ha presentato il piano di sversamento e non ha intenzione di fare marcia indietro, c’è grande preoccupazione per l’impatto ambientale. A protestare non ci sono solo i residenti e i pescatori locali, già gravemente penalizzati da 12 anni a questa parte, ma anche i Paesi vicini, a cominciare dalla Cina e dalla Corea del Sud, e le principali associazioni ambientaliste, in primis Greenpeace. Il rilascio dell’acqua è stato però approvato prima dall’Autorità nucleare giapponese e poi anche dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica. E la data di inizio dello sversamento ora è sempre più vicina, nonostante le proteste e i vari casi diplomatici che il governo di Tokyo ha dovuto e deve affrontare.