Francesca Manzia è la responsabile del Centro Recupero Fauna Selvatica della Lipu di Roma. E a Teleambiente spiega in cosa consiste lo straordinario lavoro dei volontari e dà consigli su come comportarsi con gli animali selvatici.
In cosa consiste il lavoro del CRFS Lipu di Roma, portato avanti senza sovvenzioni statali ma con le donazioni e con il grande lavoro di tutti i volontari?
“Il Centro Recupero è una struttura molto particolare, di cui si sa poco perché ce ne sono pochi in Italia. Sono attività gestite da volontari, senza fondi pubblici e quindi portare avanti queste strutture può diventare oneroso e problematico. Una volta che si ricoverano gli animali, non si può arrivare al punto che finiscono i soldi e non si riesce più a dare da mangiare agli animali.
Noi per fortuna siamo la Lipu, un’associazione importante, quindi riusciamo in qualche modo a compensare le mancanze istituzionali.
Un Centro Recupero è innanzitutto un ospedale: curiamo gli animali selvatici feriti o in difficoltà, per poi restituirli alla vita libera. Questa è l’attività principale, ma non è l’unica e neanche la più importante. Non solo curiamo gli animali, ma cerchiamo anche di prevenire le cause per cui un animale viene recuperato. Ad esempio, capita spesso che ci siano uccelli feriti perché hanno sbattuto contro una vetrata, e per questo consigliamo alle persone di mettere delle sagome anti-collisione. Il Centro Recupero è un vero e proprio sportello per il cittadino: serve ad aiutare gli animali, ma anche alle persone per capire come aiutare gli animali selvatici e come non penalizzarli“.
Puoi dare qualche consiglio su come comportarci con gli animali selvatici?
“Iniziamo partendo dagli animali che possiamo rinvenire in difficoltà: la casistica è talmente ampia da rendere impossibile un consiglio valido per tutte le situazioni. L’unico consiglio è quello di contattare chi ne sa di più: un Centro Recupero o un esperto. Sbagliare, chiaramente in buona fede, è facilissimo: interpretare male una situazione può compromettere la sopravvivenza dell’animale o la sua reimmissione in natura. Il consiglio è quindi quello di mandare foto o video agli esperti, in modo tale da valutare se è bene raccogliere l’animale o se è meglio lasciarlo lì dov’è. Noi possiamo anche consigliare le strutture più vicine alle quali rivolgersi. Va assolutamente evitato il fai-da-te: per aiutare e curare un animale selvatico serve personale specializzato e con anni di esperienza.
Andrebbe evitato anche crescere, anche solo per qualche giorno, un pulcino o un cucciolo: non è facile e, anche se è molto bello, per aiutare davvero questi animali è sempre bene rivolgersi ad un esperto.
Ci sono poi animali che vivono intorno a noi, nelle città. Dobbiamo innanzitutto rispettare la loro natura e la loro libertà. Se diamo cibo in maniera continuativa, nello stesso posto e allo stesso animale, ne limitiamo la libertà, perché quell’animale finirà per perdere il senso di autosufficienza, la capacità di cacciare e di procacciarsi il cibo.
Il modo migliore per aiutare questi animali, comunque, rimane non penalizzarli. Quindi evitiamo di mettere insetticidi nel balcone, diserbanti nei giardini, lumachicidi negli orti, colle ed esche per i topi. Si tratta di sostanze chimiche velenose che hanno un effetto collaterale molto grave sui predatori degli animali nocivi che cerchiamo di tenere lontano. Cibandosi di questi animali, i predatori assumono a loro volta quello stesso veleno, subendone le stesse conseguenze. Queste sostanze chimiche agli animali fanno male direttamente e in maniera sicuramente più importante, ma poi finiamo per assorbirle anche noi, perché in un modo o nell’altro vanno a finire nelle falde acquifere“.