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La foresta dei violini della Val di Fiemme e la gestione sostenibile delle risorse

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Già Stradivari veniva qui diversi secoli fa ad approvvigionarsi e per prendere il legno con il quale avrebbe costruito i suoi storici e indimenticati violini e strumenti in generale”. Giancarlo Cescatti, direttore generale dell’Agenzia per il Turismo Fiemme Cembre.

La chiamano la foresta dei violini, per i suoi abeti rossi capaci di fornire il pregiato “legno di risonanza” utilizzato per creare strumenti ad arco. Il parco Naturale di Paneveggio, in Val di Fiemme, è costituito da 2700 ettari, già frequentato nel ‘600 e ‘700 da musicisti del calibro di Stradivari. Milioni di alberi tutelati grazie alla gestione delle risorse forestali e ambientali.

“Siamo in un parco naturale, la foresta di Paneveggio, ai piedi delle Pale di San Martino, in mezzo alle Dolomiti patrimonio dell’Unesco: questa zona, questa area, questo bosco è famoso anche per il legno di risonanza, quel legno che viene utilizzato dai liutai per costruire gli strumenti musicali – racconta ad askanews Giancarlo Cescatti, direttore generale dell’Agenzia per il Turismo Fiemme Cembre -. Già Stradivari veniva qui diversi secoli fa ad approvvigionarsi e per prendere il legno con il quale avrebbe costruito i suoi storici e indimenticati violini e strumenti in generale”.

“Il legno di risonanza – chiarisce Cescatti – viene preso dagli abeti, gli abeti rossi nello specifico. Le caratteristiche che queste piante devono avere per produrre questo legno particolare sono una crescita molto lenta. Devono essere piante molto regolari nel loro percorso di sviluppo. Normalmente – precisa ancora il direttore generale dell’Agenzia per il Turismo Fiemme Cembre – le piante idonee per produrre strumenti musicali sono 3-4 piante ogni 1.000, quindi potete capire la rarità di questo tipo di legname, che cresce soprattutto nel versante più in ombra, dove ci sono meno escursioni termiche, proprio perché questa particolare situazione climatica permette una crescita regolare, lenta ma regolare, che dà alla pianta questa caratteristica formidabile”.

“Il bosco non ha solo la funzione, seppur importante, produttiva – sottolinea il Maresciallo Girolamo Scarian, comandante della stazione Forestale Demaniale di Paneveggio e Cadino -. Ha anche una funzione protettiva: pensiamo per esempio le funzioni della stabilità idrogeologica, della difesa delle valanghe, quali ad esempio i tronchi stessi che fungono da una sorta di ferma nevi, da evitare il rotolamento dei massi. Ma anche le funzioni paesaggistico e naturalistiche: pensiamo ad esempio i bellissimi paesaggi dei boschi, funzione ambientale, quale ad esempio magari anche la purificazione delle acque e dell’aria”.

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