Presentati i dati del 22° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy” nell’ambito di Ecomondo.
Servizio di Mariaelena Leggieri. Riprese di Stefano Quattrocchi.
La stragrande maggioranza degli italiani (74%) è contraria a investire sul nucleare da fissione poiché produce scorie pericolose, che restano tali per secoli, ed è giudicato troppo rischioso. In particolare, il timore è che si crei dipendenza da Paesi instabili per l’approvvigionamento dell’uranio da impiegare come combustibile nei reattori. Al contrario, sono favorevoli alla fusione nucleare, indicata come più sicura (73%), con minore impatto ambientale (55%) e non produce scorie che restano radioattive a lungo termine (54%). A questa tecnologia viene inoltre riconosciuto il vantaggio che non si rischiano gravi incidenti, non si emettono gas serra e si utilizzano combustibili più abbondanti e sicuri, dato che si basa sulla fusione di isotopi di idrogeno ricavabili dall’acqua. Più in generale, per portare ad effetto il percorso di decarbonizzazione dell’Italia, l’80% è sicuro che il mercato dell’energia del futuro andrà verso le rinnovabili e, in qualità di asset strategico per la decarbonizzazione nazionale e la transizione energetica, ampio consenso (65%) riceve l’eolico a mare (offshore), che non consuma suolo, rispetta il paesaggio, la biodiversità e le comunità locali. Una tecnologia da incentivare per il 72% degli italiani.
È quanto emerge dal 22° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy” con focus su “Gli italiani e il nucleare” realizzato dalla Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi, i cui dati sono stati divulgati al convegno “Amministrazioni locali, transizione energetica ed ecodigital: best practice e opportunità” organizzato nell’ambito della fiera Ecomondo di Rimini con la main partnership di Renexia, con event partner New Energy e trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale con collegamento dallo stand di Almaviva.
Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde: “Le rinnovabili sono sempre più efficienti e competitive e, di anno in anno, migliorano la propria capacità produttiva a differenza del nucleare da fissione, contro cui gli italiani fanno muro e il Rapporto lo evidenzia chiaramente. Proposte come quella di ritornare al ‘vecchio’ nucleare sono obsolete, ideologiche e per lo più affaristiche. Sarebbe assurdo riproporlo in Italia dove i cittadini, per ben due volte, si sono schierati contro. Impossibile è ignorare il tema della sicurezza, poiché resta sempre il problema delle scorie e quello delle perdite radioattive che si verificano nei pressi degli impianti. Ben venga invece la ricerca che sta evolvendo per superare il nucleare da fissione e passare a quello ‘pulito’ basato sulla fusione. L’indipendenza energetica, le transizioni ecologica e digitale, si portano a compimento con le rinnovabili, con la capacità italiana di fare innovazione e le best practice presentate oggi ne sono un chiaro esempio”.
Riccardo Toto (Direttore Generale di Renexia): “Siamo arrivati a un momento storico importante e gli italiani, come si evince dal rapporto presentato oggi, sono consapevoli del ruolo delle rinnovabili e in particolare dell’eolico offshore. Mai come adesso i tempi sono maturi, abbiamo tutte le competenze e come Renexia, grazie all’accordo siglato con il produttore di turbine eoliche Ming Yang e il MIMIT, siamo pronti a far decollare una filiera industriale nazionale che proietterà l’Italia al centro del mercato del settore eolico per l’area mediterranea. Con le giuste misure governative e investimenti mirati possiamo realmente contribuire al Green deal europeo e far crescere il sistema Italia”.
Paolo Zangrillo, Ministro per la Pubblica Amministrazione, in un messaggio video ha evidenziato che “con l’obiettivo di favorire scelte eco-compatibili e di ridurre il peso burocratico nei confronti di cittadini e imprese, abbiamo avviato un’opera di semplificazione delle procedure. In linea con quanto previsto dal PNRR, siamo intervenuti in materia di controlli sulle imprese, secondo una logica di maggiore efficienza e con un migliore utilizzo delle risorse da parte delle amministrazioni pubbliche”.
Il convegno è stato aperto dai saluti introduttivi di Alessandra Astolfi (Global Exhibition Director di Ecomondo), Valerio Lucciarini De Vincenzi (Segretario Generale di ALI) e Annalisa Corrado (Deputata al Parlamento Europeo). Ha fatto seguito l’intervento di Fabrizio Penna (Capo Dipartimento dell’Unità di Missione per il PNRR al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) e, successivamente, si è svolta la presentazione dei dati del 22° Rapporto a cura di Antonio Noto (Direttore di Noto Sondaggi).
La nuova rilevazione conferma il largo consenso verso l’eolico offshore quale soluzione capace di dare sicurezza energetica al Paese. Per gli italiani è fondamentale incentivare tale tecnologia (72%) ma con un chiaro elenco di priorità: ridurre gli impatti sulla biodiversità marina (47%), salvaguardare le zone di interesse ambientale (46%) e le rotte degli uccelli migratori (38%), riducendo le interferenze con le attività di pesca (26%). Per favorirne lo sviluppo, si dovrebbero velocizzare i tempi di autorizzazione (38%), aumentare i fondi a disposizione (37%), costruire una filiera locale e nazionale per la produzione dei componenti, tra cui turbine, galleggianti, etc. (35%), oltre a investire sullo sviluppo di infrastrutture portuali (20%).
Più in generale, le fonti di energia su cui l’Italia, pensando al futuro, dovrebbe puntare sono in particolare: solare (79%) ed eolico, in particolare l’offshore (65%). Restano stabili i trend di chi ritiene solare ed eolico compatibili con l’ambiente (79% e 71%) e sicuri (75% e 69%). Per la produzione di energia da fonti rinnovabili, i grandi impianti solari dovrebbero essere dislocati sulla copertura di grandi edifici, come centri commerciali, stazioni, ospedali, parcheggi (44% delle preferenze, +3% rispetto al precedente rapporto) mentre quelli eolici a terra sulle colline e nelle aree vocate ma sempre con attenzione al paesaggio (73%).
Dotarsi di un impianto fotovoltaico (21%) si conferma l’intervento considerato prioritario dagli italiani per l’efficienza energetica delle proprie case, seguito da pannelli solari per acqua calda e infissi isolanti e con doppi vetri (15%). Tuttavia, resta alta la percentuale (79%, +3%) di chi ritiene che passare al solare oggi sia dispendioso da sostenere, tecnicamente complesso (60%) e burocraticamente difficile (62%, +3%).
Con riferimento al focus di quest’anno, la fusione nucleare è oggi indicata come la più grande sfida tecnologica per ottenere, in modo sicuro, energia pulita. Tra le priorità di investimento, utili a favorire e ad accelerarne la realizzazione, gli italiani indicano: ricerca e sviluppo (44%), formazione di personale specializzato (20%), costruzione di impianti pilota (19%), collaborazioni internazionali (17%). Perde punti la percentuale degli italiani che vorrebbe incentivare la ricerca e lo sviluppo nell’idrogeno per la transizione energetica (64%, -9% a confronto con le ultime due rilevazioni).
A seguire, si è svolta la presentazione di best practice e opportunità. Daniele Braccia (Vicepresidente dell’associazione delle ESCo di Italia ‘Federesco’ e CEO di New Energy) ha sottolineato l’importanza del convegno “molto utile per le Amministrazioni, in particolare i Comuni, che sono stati informati sugli incentivi attualmente vigenti in merito all’efficientamento energetico degli edifici destinati a finalità pubbliche, ma anche sulle possibilità a sostegno della piena diffusione sui territori di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili”.
Massimiliano Evangelista (Director Environment & Agriculture – Strategic Market di Almaviva): “La transizione green è una delle sfide più urgenti e ambiziose del nostro tempo. Le tecnologie digitali giocano un ruolo fondamentale in questo contesto: strumenti come l’intelligenza artificiale, il monitoraggio satellitare, l’Internet of Things e la gestione dei big data offrono possibilità senza precedenti per raccogliere, analizzare e gestire informazioni essenziali sull’ambiente e sulla biodiversità”.
I lavori sono proseguiti con il saluto istituzionale della Presidente del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, Emma Petitti: “Per affrontare il problema del cambiamento climatico è importante accompagnare famiglie e processi produttivi della PMI per garantire competitività nella sfida della transizione ecologica. In quest’ottica è necessario puntare ad accelerare tutte le politiche di conversione verso una piena sostenibilità ambientale, economica e sociale, superando il conflitto tra lavoro e ambiente e valorizzando l’insieme di potenzialità e spazi che questo cambiamento offre, soprattutto alle generazioni più giovani, in termini di impiego. La Regione Emilia-Romagna per prima in Italia ha creduto nelle Comunità energetiche rinnovabili, creando anche una legge ad hoc, e continuerà a mantenere il suo impegno nel sostenerle”.
Sul ruolo strategico dei grandi e piccoli Comuni italiani per favorire la transizione energetica ed EcoDigital del Paese, sono intervenuti, con pitch in presenza, collegamenti da remoto e videomessaggi, Sindaci e Amministratori locali da tutta Italia: Gaetano Manfredi (Sindaco di Napoli), Jose Marano (Deputata, Vice Presidente Commissione Ambiente, Territorio e Mobilità e Presidente Intergruppo EcoDigital dell’Assemblea Regionale Siciliana), Salvatore Quinci (Sindaco di Mazara del Vallo), Andrea Biancani (Sindaco di Pesaro), Maria Aida Episcopo (Sindaca di Foggia), Stefania Fornaro (Assessore all’Ambiente di Taranto), Fabrizia Pecunia (Sindaca di Riomaggiore), Stefano Pisani (Sindaco di Pollica), Raimondo Innamorato (Sindaco di Noicattaro), Luca Lopomo (Sindaco di Crispiano), Rosaria Succurro (Sindaca di San Giovanni in Fiore), Gregorio Pecoraro (Sindaco di Manduria), Luca Possanzini (Sindaco di Mergo), Marco Rizzo (Sindaco di Castellabate), Arcangelo Di Cola (Vicesindaco di Monte San Biagio), Gianluca Carrabs (Consigliere comunale di Urbino).
Il convegno ha permesso di illustrare temi chiave ed opportunità per abilitare politiche di pianificazione, a tutti i livelli, a supporto delle transizioni energetica, ecologica ed ecodigital, con particolare riferimento allo sviluppo delle tecnologie rinnovabili insieme al contributo di imprese innovative per portare a compimento questi fondamentali processi.
Partners dell’evento: Almaviva, Rete dei Comuni Sostenibili, Askanews, Italpress, TeleAmbiente, Opera2030.
22° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la Green & Blue Economy”
Dati di sintesi del focus su “Cambiamento climatico, transizioni energetica, ecologica e digitale”. Cresce la preoccupazione degli italiani per gli effetti del cambiamento climatico (88%) e il 66% (+3% rispetto al precedente rapporto) ritiene assolutamente prioritario contenere l’aumento delle temperature entro i 2 gradi. Si rileva l’arretramento dello scetticismo intorno a questa necessità.
Il 65% (+1%) ritiene che l’Italia raggiungerà l’obiettivo del 55% di energia da fonti rinnovabili ma, per la metà di essi, oltre il target fissato al 2030.
La transizione #EcoDigital rappresenta per ben il 79% (+11%) un’opportunità da cogliere da parte del Governo italiano, anche alla luce delle risorse europee del PNRR, ma per il 55% (+12%) a patto di aiutare imprese e famiglie ad adeguarsi a sistemi produttivi e stili di vita sostenibili.
La versione integrale del 22° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy” è disponibile al seguente link We Transfer, clicca: qui.