È stato scoperto un flusso di materiali inquinanti, in particolare plastica, rappresentato da un numero che supera il miliardo di unità. La maggiore fonte di trasporto è il Gange, insieme a due corsi d’acqua che scorrono vicini.
Grazie al progetto Sea to Source ideato da National Geographic, nel mese di dicembre è stato pubblicato uno studio nel quale si seguiva nel dettaglio il tragitto compiuto da una bottiglia di plastica lungo il corso del fiume Gange: il rifiuto sfociava, dopo migliaia di chilometri, direttamente nell’Oceano Indiano.
Ora gli scienziati sono passati dal valutare il tragitto dei rifiuti, a calcolarne l’abbondanza nel fiume, raccogliendo campioni d’acqua da 10 siti diversi, prendendo 60 campioni prima e dopo gli effetti del monsone (un vento periodico nella zona dell’Oceano Indiano).
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Nel laboratorio della University of Plymouth è risultato dalle analisi dei campioni che la quantità di microplastiche, prima e dopo l’influenza del vento periodico, si riduce di pochi punti in percentuale, dal 72% prima al 62% dopo il monsone, e la quasi totalità deriva dalla composizione di capi d’abbigliamento come l’acrilico.
🇧🇩🇮🇳 After 4 months of @InsideNatGeo expedition and 3600 litres of water analysed, our new research is out!
We predict that 1-3 billion microplastics could be discharged into the Bay of Bengal daily from the combined flows of the Ganges, Brahmaputra and Meghna rivers❗️
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— Dr Imogen Napper (@Imogennapper) January 22, 2021
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The Ganges River – with the combined flows of the Brahmaputra and Meghna rivers – could be responsible for up to 3 billion microplastic particles entering the Bay of Bengal every day, according to new research.
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🔗 https://t.co/KzDwlVyYlD pic.twitter.com/9j7aCszdnQ— University of Plymouth (@PlymUni) January 22, 2021
I tre fiumi Gange, Brahmaputra e Meghna formano il bacino fluviale più grande dell’Asia meridionale e anche il più popoloso, rappresentando per più di 660.000.000 di persone la fonte d’acqua principale.
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“Ora sappiamo che i fiumi sono una fonte sostanziale di microplastiche che si disperdono negli oceani; queste informazioni ci aiuteranno ad identificare i percorsi principali delle fibre di plastica e a progredire verso un utilizzo della plastica più responsabile per ottenere notevoli vantaggi per la tutela degli oceani” ha dichiarato il prof. Richard Thompson co-autore dello studio.
Foto crediti National Geographic
Di Francesco De Simoni