Fiume Sarno, l’inquinamento choc denunciato da Luca Abete

L’inviato di Striscia la notizia: “Dopo tanti soldi spesi e tante dichiarazioni degli amministratori locali, il problema si ripresenta ciclicamente. Questi sono veri e propri crimini, ci auguriamo di non doverli raccontare ancora”.

Dopo decenni, e diversi milioni di euro spesi per la bonifica, il fiume Sarno è ancora drammaticamente inquinato. A denunciare il caso è Luca Abete, che su Instagram ha pubblicato un filmato girato da un cittadino in via Ripuaria, a ridosso del tratto del fiume tra i Comuni di Castellammare di Stabia, Pompei e Torre Annunziata, in provincia di Napoli.

Come si vede chiaramente dalle immagini, nelle acque del Sarno c’è una quantità considerevole di schiuma. Un fenomeno di certo non naturale, e dovuto probabilmente a prodotti chimici che qualche azienda della zona ha sversato nel fiume. Luca Abete, che da inviato di Striscia la Notizia si è occupato molto spesso di crimini ambientali, non nasconde la propria amarezza. Il Sarno, a livello europeo, è noto per essere il fiume perennemente più inquinato del nostro continente. E probabilmente lo resterà a lungo.

La situazione è veramente paradossale, si continuano a spendere soldi e sentiamo amministratori e politici che attivano valutazioni di vario tipo, che suonano tutte molto bene, a dire la verità, e appaiono particolarmente rassicuranti. Poi però ci imbattiamo in questioni occasionali e strutturali che lasciano veramente l’amaro in bocca” – ha spiegato Luca Abete a TeleAmbiente – “Il video pubblicato sui social è stato realizzato da uno dei tanti cittadini che ci segnalano veri e propri crimini, che vanno a sommarsi ad altri problemi che tornano ciclicamente. Il fiume Sarno continua a costituire un problema serio perché ci sono azioni non risolte, come l’abusivismo edilizio e gli scarichi, ma anche azioni scellerate di chi deliberatamente scarica all’interno del fiume“.

Non possiamo sapere con certezza cosa fosse quella schiuma, io non ero sul posto e il fatto non è stato segnalato alle forze dell’ordine. Potrebbe essere tranquillamente uno scarico industriale o, più semplicemente, uno scarico delle acque piovane dopo il lavaggio di un mezzo o di altre superfici con detersivi. Tutto questo però è brutto da vedere e preoccupa ulteriormente” – ha aggiunto l’inviato di Striscia la notizia – “In passato siamo stati in molte occasioni sul Sarno e sugli affluenti, come la Solofrana, che è sempre al centro delle polemiche per lo scarico delle acque di lavorazione delle pelli delle tante industrie conciarie del territorio. Ero sceso proprio nel letto del fiume proprio per vedere gli strati di colori che lasciavano il segno sulle pareti, l’azione del criminale avveniva così: appena arrivava una pioggia, venivano aperti i bocchettoni per scaricare i liquami nel fiume secco che si riempiva con le acque che arrivavano dalla montagna“.

Abbiamo raccontato tante situazioni, molte drammatiche, qualcuna tragicomica. Come ad esempio a Scafati nel 2008, quando corsi perché il sindaco aveva immaginato di risolvere il problema della puzza mettendo dei diffusori di profumo. Il Sarno fu circondato da erogatori e canaline di profumo che non riuscivano a risolvere il problema, ma mitigavano appena il forte olezzo che arrivava dal fiume” – ha poi ricordato Luca Abete – “Dobbiamo ricordare che il fiume Sarno, all’epoca dell’emergenza rifiuti, trasportava lungo il suo corso i sacchi della spazzatura che galleggiavano nelle acque. Lo abbiamo denunciato a Striscia, lo abbiamo denunciato sui social, ci auguriamo di non doverlo raccontare ancora“.