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Festival di Yulin, non si ferma neanche quest’anno il crudele massacro di cani e gatti in Cina

Ritorna anche quest’anno, nonostante la pandemia globale da Covid 19, il Festival di Yulin che dal 2009 continua con un crudele massacro degli animali: sono circa 10mila i cani consumati durante il festival ogni anno. 

Da oggi 21 giugno parte il Festival di Yulin, che si tiene ogni anno nel Guangxi, in Cina, per dieci giorni. Nonostante la pandemia di Covid-19, anche quest’anno la crudele mattanza di cani e gatti non si ferma.

Il festival inizia nel giorno del solstizio d’estate, quando cani rubati o strappati alle famiglie vengono radunati a Yulin per essere mangiati. Durante il trasporto fino al luogo dell’evento, gli animali vivono in condizioni orrende, trascorrendo giorni senza né acqua né cibo. Venne istituito nel 2009 per la prima volta, per iniziativa di alcuni commercianti locali. Sono circa 10mila i cani consumati durante il festival ogni anno.

Festival di Yulin, si terrà anche quest’anno in Cina il crudele massacro di cani e gatti?

E’ stato intercettato, appena fuori dalla città di Yulin, un camion pieno di cani. Il veicolo trasportava 68 animali terrorizzati ed esausti, diretti ai macelli di Yulin, dopo aver già sopportato un lungo viaggio in autostrada senza cibo né acqua. Gli attivisti avevano esortato le autorità di Yulin a istituire più posti di blocco per fermare i camion in arrivo e confiscare i cani, ma in assenza di un’azione ufficiale hanno preso in mano la situazione e hanno fermato l’autocarro da soli.

I 68 cani sono stati stipati ed ammassati in gabbie di metallo arrugginito nel caldo soffocante. Ansimanti e traumatizzati, riuscivano a malapena a muoversi. Molti di loro erano in cattive condizioni di salute fisica, con infezioni agli occhi. Molti altri hanno invece mostrato dei comportamenti tipici degli animali domestici, rivelandone la loro provenienza quali pet rubati alle loro case e famiglie.

Liang Jia, un attivista del Guangxi, ha dichiarato: “È stato frustrante vedere i camion pieni di cani arrivare a Yulin quando le autorità avrebbero dovuto fermarli e confiscare i cani. Così abbiamo deciso di salvarli da soli, aspettato e intervenendo sull’autostrada. Quando è arrivato un camion, gli abbiamo intimato di fermarsi e abbiamo convinto l’autista del camion a consegnare i cani perchè erano chiaramente animali domestici rubati, per i quali non aveva i documenti richiesti per legge. I cani ci hanno dato la zampa, proprio come farebbe un cane di casa, e avevano denti sani, il che significa che qualcuno si prendeva cura di loro prima di essere stati prelevati illegalmente. Le autorità di Yulin hanno la responsabilità di proteggere la salute pubblica, anche se non si preoccupano degli animali come facciamo noi. Questi poveri cani sembrano provati e per fortuna ora riceveranno cure veterinarie, ma chissà quali malattie avrebbero potuto portare al mercato.”

I cani sono stati trasferiti in una struttura temporanea per riposare, recuperare le forze e ricevere le cure veterinarie necessarie, prima di intraprendere il viaggio verso un rifugio supportato da Humane Society International (HSI).

Il dottor Peter Li, specialista in politica cinese di Humane Society International, sostenitore dei salvataggi di cani dal commercio di carne in Cina, ha dichiarato: “Questi attivisti sono il simbolo di una nuova generazione in Cina, che si oppone fermamente al commercio di cani e gatti per la loro carne e sono pronti ad agire per fermarlo in posti come Yulin. La verità è che la maggior parte dei cinesi, compresi i residenti di Yulin, non mangia carne di cane. La sofferenza di questi animali a Yulin è ovviamente una tragedia, ma dobbiamo dire basta a questo brutale commercio sempre e in tutta la Cina, non solo per pochi giorni a giugno ed in un’unica città. HSI agisce durante tutto l’anno ed in tutto il paese per mettere fine al commercio di cani e gatti. Dopo un calvario terrificante, questi 68 cani sono fortunatamente al sicuro, ma per altre migliaia di cani a Yulin e per milioni di animali in tutto il paese, la crudeltà continua. Attraverso il furto di cani, il trasporto illegale tra province e la macellazione crudele, il commercio non solo sottopone gli animali a sofferenze indicibili, ma espone la salute pubblica al rischio di diffusione della rabbia e altre malattie zoonotiche. Queste dovrebbero essere ragioni sufficienti affinché le autorità cinesi pongano fine a questo commercio una volta per tutte”.

Wuhan, la città cinese vieta il consumo di animali selvatici dopo il COVID-19

A maggio dell’anno scorso una legge promulgata in Cina aveva finalmente vietato il consumo di carne di cane, facendo uscire i cani e i gatti dalla lista degli animali ‘consumabili’ per uso alimentare e dichiarandoli espressamente ‘animali da compagnia’.

Una notizia che aveva fatto ben sperare sulla fine del dog meat trade e di conseguenza del Festival di Yulin, per poi scoprire che né la legge in questione, né la pandemia sono riusciti a fermare questa terribile usanza. Nello Guanxi e a Yulin i preparativi sono iniziati come nulla fosse accaduto, come se non vi fosse in atto una pandemia globale in atto, partito proprio da un wet market cinese, proprio come quelli di Yulin.

Le immagini di violenza contro gli animali, per quanto forti continuano ad essere diffuse dalle associazioni in prima linea per la tutela dei diritti degli animali, al fine di dare il più possibile risonanza mediatica a questa terribile pratica che va fermata.  Il Dog Meat Trade esiste in molte periferie delle grandi città e nelle zone rurali da Nord a Sud della Cina, ma non solo, si stima che ogni anno sono circa trenta milioni i cani macellati in Oriente, in Corea, Vietnam, Cambogia, Laos, parte dell’India e della Thailandia.

A Roma in Via Bruxelles 56 lunedì 21 giugno alle 15:00 scatterà il primo flash mob di protesta contro il Festival di Yulin e il consumo di carne di cani, organizzato da Davide Acito, fondatore di APA Action Project Animal che dal 2016, con una serie di missioni sul posto, ha salvato più di mille cani dai mattatoi cinesi.

“Quest’anno – spiega Davide – come anche nel 2020 non saremo in Cina ma dall’Europa coordineremo gli interventi dei nostri attivisti sul territorio di Yulin. La squadra locale di Apa è sempre presente a Yulin, come in altre zone della Cina, e ci invia aggiornamenti continui lungo tutto l’arco dell’anno sui diversi aspetti della questione animale, soprattutto relativamente ai cani. Monitoriamo i mercati, così come di anno anno, osserviamo direttamente sul posto l’evoluzione di questa pratica ormai osteggiata e condannata da una parte considerevole dei cinesi, soprattutto giovani, ma comunque ancora dura da debellare”.

Lo stesso attivista su Facebook in un post annuncia di aver salvato con la sua associazione 13 cani destinati alla mattanza. “Questa notte siamo riusciti a strappare dagli orrori del Festival infernale 13 cani. Erano allo stremo, senza acqua né cibo da settimane; la maggior parte di loro è gravemente ammalata. Avranno bisogno tutti di cure urgenti, intensive e continuate. Aiutaci con una donazione ad affrontare le ingenti cure veterinarie.