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Ex Ilva, Alessandro Marescotti a Teleambiente: “La storia ci ha dato ragione, un miracolo della cittadinanza attiva”

Ex Ilva, Alessandro Marescotti parla delle condanne per il disastro ambientale a Taranto. In esclusiva a Teleambiente, il fondatore di PeaceLink non nasconde la propria soddisfazione.

Siamo solo al primo grado, ma le pesanti condanne per il disastro ambientale causato dall’ex Ilva di Taranto non possono che lasciare soddisfatti tutti coloro che, per oltre 15 anni, hanno combattuto per il diritto alla salute dei cittadini. Da sempre, in prima linea, c’è il professor Alessandro Marescotti, che, in esclusiva a Teleambiente, spiega: “La nostra lotta sulla diossina, iniziata nel 2005, è diventata una questione attenzionata dalla magistratura sin dal 2008, quando facemmo analizzare del pecorino. Non eravamo allarmisti, ma abbiamo portato una parte della verità ai pm. La storia ci ha dato ragione”.

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Il fondatore e presidente di PeaceLink aggiunge anche un’altra considerazione: “I cittadini che volevano far emergere la verità hanno dovuto aver paura, mentre altri continuavano a inquinare. Questa è l’immagine di una società in cui le responsabilità vengono capovolte. Quello che è successo è un miracolo della cittadinanza attiva”.

Sulla confisca dell’area a caldo, Alessandro Marescotti spiega: “Una disposizione cruciale, perché è una motivazione più che valida per far andare via ArcelorMittal. Il presidente di Peacelink non commenta le dichiarazioni a caldo di Nichi Vendola dopo la condanna a tre anni e mezzo, ma parla così della vicenda politica: “Quando l’autorizzazione integrata ambientale dell’Ilva non accolse le nostre proposte, nel 2011, lui perse il nostro appoggio. La Regione Puglia allora aveva rifiutato di accogliere le istanze degli ambientalisti di Taranto su un cambiamento radicale e sull’adozione di migliori tecnologie nell’impianto. E non possiamo dimenticare le parole di stima di Vendola nei confronti di Emilio Riva, un anno prima che finisse in carcere ma quando le sue vicissitudini giudiziarie erano già ben note”.