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Ex Ilva, ok dell’Ue al prestito-ponte da 320 milioni

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Con l’assenso della Commissione europea, gli impianti di Acciaierie d’Italia potranno aumentare la produzione. Si attendono però nuovi investitori e c’è lo spettro delle inchieste giudiziarie, ma anche della Valutazione di impatto sanitario necessaria per l’Autorizzazione integrata ambientale.

Ex Ilva, c’è l’ok della Commissione europea per il prestito-ponte da 320 milioni di euro per Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria. Lo ha reso noto il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. “C’è una valutazione positiva da parte dell’Ue sui termini del prestito, che prevede un tasso di interesse annuo dell’11,6%” – si legge in una nota del Mimit – “Questa conferma attesta la validità del piano industriale elaborato dalla gestione commissariale e la capacità dell’azienda di restituire la somma in tempi congrui e senza configurarsi come aiuto di Stato“.

A questo punto, potranno arrivare nuove risorse per AdI in amministrazione straordinaria. Soddisfatti parzialmente i sindacati, che lamentano ritardi e criticità e chiedono al governo di convocare il prima possibile un tavolo di confronto a Palazzo Chigi. Lo stabilimento siderurgico, ormai da lungo tempo, lavora a regime ridotto, con vari impianti fermi e 4.400 dipendenti in cassa integrazione nella sola Taranto (altri 800 negli altri impianti di Acciaierie d’Italia). Il nuovo piano industriale prevede un aumento della produzione fino a sei milioni di tonnellate entro il 2026, con due altiforni che saranno sostituiti da forni elettrici.

Tutto questo, in attesa dell’arrivo di nuovi investitori che potranno apportare le risorse necessarie per la ripartenza. Tra i potenziali acquirenti ci sono due aziende indiane, Vulcan Green Steel e Steel Mont, l’impresa ucraino-olandese Metinvest e la canadese Stelco. Sul futuro dell’impianto di Taranto aleggia però lo spettro delle inchieste giudiziarie. La Procura, che stava già indagando sui picchi di benzene degli ultimi tempi, ha iscritto 10 persone nel registro degli indagati, tra cui l’ex ad Lucia Morselli, per la presunta falsificazione dei dati sulle emissioni di CO2.

Dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea, sarà il Tribunale di Milano a valutare se l’acciaieria di Taranto presenti o meno un rischio per l’ambiente e per la salute dei cittadini. In caso affermativo, l’attività va immediatamente sospesa. Anche per questo, il commissario di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, Giancarlo Quaranta, è stato convocato per lunedì prossimo dalla Commissione Ambiente della Regione Puglia. Tra i temi non solo la sentenza che ha segnato la vittoria dell’associazione Genitori Tarantini, ma anche la Valutazione di impatto sanitario (Vis) nell’ambito della procedura di concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Secondo la Vis presentata da AdI, se l’impianto producesse sei milioni di tonnellate di acciaio ogni anno, il rischio per la salute della popolazione di Taranto sarebbe “ampiamente accettabile“.