Undici personaggi pubblici hanno aderito all’appello di comitati, associazioni e sindacati che intimano all’Esecutivo di rispettare la sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue. Ecco cosa sta succedendo.
Ex Ilva, arriva una nota contro il piano del governo per il rilancio dello stabilimento di Taranto. A firmarla, 16 associazioni e comitati cittadini, tra cui Genitori Tarantini, che aveva portato avanti l’azione inibitoria al Tribunale di Milano, che si era poi rivolto alla Corte di Giustizia dell’Unione europea. I giudici lussemburghesi, nello scorso giugno, erano arrivati ad emanare una sentenza storica: in caso di rischi per la salute e per l’ambiente, l’attività dello stabilimento deve essere chiusa. La Corte di Giustizia Ue, però, aveva rimandato al Tribunale di Milano la valutazione per l’interruzione delle attività industriali.
Ora, però, con Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria e il tentativo di rilancio dell’azienda alla luce di alcuni potenziali investitori, c’è un dettaglio nel bando di gara che ha scatenato rabbia e proteste. Al punto 1.13, denunciano associazioni e comitati, “si afferma esplicitamente che i commissari di AdI stanno ponendo in essere tutte le attività propedeutiche al rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) a garanzia delle esigenze primarie di tutela della salute dei cittadini“. Il governo, quindi, ammette (neanche troppo implicitamente) che non c’è alcuna Aia attualmente valida, dal momento che l’ultima è scaduta un anno fa.
Questo, ovviamente, potrebbe avere ripercussioni nel piano di rilancio industriale che il governo sta portando avanti. Si sta infatti per procedere a vendere un’attività che, in base alle future valutazioni sanitarie, potrebbe anche essere sospesa. “Il governo ha l’obbligo, prima di qualsiasi decisione, di attendere gli esiti degli accertamenti scientifici e non di anticiparli” – spiegano associazioni e comitati nella nota – “La Corte di Giustizia Ue è stata lapidaria: la competenza di stabilire se gli impianti debbano essere fermati o meno spetta al Tribunale di Milano, e in caso di pericoli per la salute o per l’ambiente, chiunque detenga gli impianti avrà il dovere di fermarli“.
Oltre alla già citata Genitori Tarantini, la nota è firmata anche da Peacelink, APS Lovely Taranto, Associazione Nobilissima Taranto, Associazione Noi, Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente (ANTA), Associazione Pittaggio del Baglio, APS Follow Your Sun, Associazione Taranto Lider, Comitato 16 Novembre OdV, Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, Comitato Donne e Futuro per Taranto Libera, Comitato per il Parco del Mar Piccolo, Comitato Qualità della Vita, Comitato Quartiere Tamburi, Fotografi per passione Taranto e i sindacati ANIEF Scuola e Lavoratori Metalmeccanici Organizzati (LMO).
La nota è stata poi sottoscritta da 11 personaggi pubblici: i cantanti Fiorella Mannoia, Mimmo Cavallo, Romina Power e Daniela Miglietta (Mietta); gli attori Michele Riondino, Andrea Rivera e Patrizia Garganese; lo scrittore e autore Alessandro Bergonzoni; la giornalista Valentina Petrini; il vignettista Vauro Senesi e la politica Rosa D’Amato.