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Ex Ilva, via al prestito-ponte: in arrivo 150 milioni per gli impianti

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I sindacati, dopo l’incontro a Palazzo Chigi, chiedono però maggiori risorse, da sbloccare in tempi più rapidi.

Ex Ilva, durante gli incontri a Palazzo Chigi il governo annuncia l’arrivo di un decreto per sbloccare il prestito-ponte da 320 milioni di euro. Già nelle prossime ore, però, dovrebbero arrivare 150 milioni di euro per la manutenzione degli impianti. Il governo, oltre ai rappresentanti sindacali, ha ricevuto anche le aziende dell’indotto, per cui sono state pensate misure specifiche per i lavoratori, con cassa integrazione fino a 10 settimane.

I sindacati (Fiom Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Usb e Ugl metalmeccanici), dopo l’incontro con il governo, sono rimasti solo parzialmente soddisfatti: “I 150 milioni, che saranno trasferiti ad Acciaierie d’Italia per la manutenzione degli impianti, non bastano a far fronte ad una situazione drammatica“. Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, ha spiegato che il governo sta preparando un decreto interministeriale per il prestito-ponte, appena i commissari straordinari ne faranno richiesta.

Giancarlo Quaranta, commissario di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, ha spiegato che un quadro complessivo sulla situazione degli impianti sarà pronto per la prima metà d’aprile. In base alle valutazioni, si farà richiesta delle risorse per riavviare gli altoforni 1 e 2, fermi rispettivamente da luglio 2023 e gennaio 2024.
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha spiegato che la manutenzione degli altoforni 1 e 2 richiederà almeno sei o sette mesi e che, in settimana, verranno riuniti i commissari per allinearsi sul nuovo contratto di affitto.

Elvira Calderone, ministra del Lavoro, ha spiegato invece che l’obiettivo è creare le condizioni per la continuità aziendale, ma anche ammortizzatori per tutti i lavoratori di Acciaierie d’Italia, coperti per tutto il 2024. La ministra ha spiegato anche che, in caso di nuove esigenze, il governo sarà pronto a realizzare nuovi interventi.

Dopo gli incontri di Palazzo Chigi, resta una certa insoddisfazione da parte dei sindacati. “Eravamo arrivati qui con la convizione che le nozze con i fichi secchi non si fanno. 150 milioni non bastano per far rientrare pienamente al lavoro i lavoratori che si occupano di manutenzioni e messa in sicurezza” – ha spiegato Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil – “È necessario che le risorse arrivino rapidamente, occorre accelerare anche sui 320 milioni del prestito-ponte perché i tempi sono troppo lunghi e abbiamo chiesto al governo di essere più rapido“.
In questo incontro di aggiornamento, non abbiamo ottenuto quelle garanzie che chiedevamo. Vorremmo capire quando si comincerà a parlare del rientro dei lavoratori dalla cigs, quando si comincerà a mettere mano alle manutenzioni e quando si cominceranno a fare gli investimenti“, ha invece commentato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm.

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