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Ex Ilva, Peacelink: “Non abbassare la guardia sulle emissioni”

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I commissari straordinari di Acciaierie d’Italia stanno valutando tutte le offerte giunte per acquisire singoli asset o tutti i complessi aziendali. Ma la preoccupazione per l’impatto su ambiente e salute resta la stessa.

Ex Ilva, dopo la presentazione delle offerte da parte di aziende interessate si pensa al rilancio industriale. Sullo sfondo, però, resta l’impatto ambientale che non può essere trascurato, specialmente a Taranto, che l’Onu ha definito “zona di sacrificio” per il pesante dazio pagato negli scorsi anni dai cittadini, in termini di salute.

È anche per questo che la Commissione Ambiente del Consiglio regionale della Puglia, a Bari, ha convocato rappresentanti dei cittadini in audizione per discutere delle emissioni prodotte dall’impianto siderurgico. Tra questi, c’era anche Peacelink, con la presenza del suo presidente, Alessandro Marescotti.

Le offerte per l’ex Ilva 

Tra il 10 e l’11 gennaio sono scaduti i termini per presentare le offerte per l’acquisizione degli stabilimenti dell’ex Ilva. Come comunicato dai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, tre delle dieci offerte pervenute riguardano tutti i complessi aziendali e non solo l’impianto di Taranto. Si tratta di una cordata composta da Baku Steel Company Cjsc e da Azerbaijan Investment Company Ojsc, di Bedrock Institutes managemente Co Inc e di Jindal Steel International.
Sette offerte, invece, riguardano singoli asset e si tratta di: cordata Car Segnaletica Stradale Srl + Monge & C. Spa + Trans Isole Srl; Eusider Spa; cordata Eusider Spa + Marcegaglia Steel Spa + Profilmec Spa; Imc Spa; Marcegaglia Steel Spa; coordata Marcegaglia Steel Spa + Sideralba Spa; Vitali Spa.

Le prossime fasi 

Ora, i commissari straordinari valuteranno attentamente tutte le proposte ricevute, per stabilire quali siano le migliori in termine di ricadute occupazionali, di decarbonizzazione e di entità degli investimenti. “L’obiettivo è assicurare uno sviluppo sostenibile degli impianti e la massima tutela dei lavoratori coinvolti” – si legge in una nota dei commissari straordinari di Acciaierie d’Italia – “Sebbene il termine stabilito non sia da considerarsi perentorio, eventuali proposte che dovessero pervenire successivamente saranno valutate esclusivamente qualora presentino condizioni particolarmente favorevoli per la procedura in corso“.

Le reazioni 

Dopo le offerte ricevute per l’ex Ilva, c’è stata grande soddisfazione da parte di Adolfo Urso, mentre resta la perplessità di alcuni sindacati.
La partecipazione così significativa di grandi attori internazionali conferma che siamo sulla strada giusta per il rilancio della siderurgia italiana” – ha spiegato il ministro delle Imprese e del Made in Italy – “Questa è la fase decisiva. Responsabilità, coesione e unità di intenti“.
In un passaggio così delicato, la comunicazione deve avvenire non a mezzo stampa ma tramite il confronto nelle sedi istituzionali, a partire da Palazzo Chigi, con il sindacato e l’azienda. Le comunicazioni a mezzo stampa sono inopportune per chi ha la responsabilità di governare e di confrontarsi con la rappresentanza di lavoratrici e di lavoratori” – il commento, di ben altro tenore, della Fiom-Cgil – “Considerati la strategicità dell’ex Ilva e gli accordi in essere, i presupposti sono la presenza in equity dello Stato, la garanzia del mantenimento dell’occupazione, gli investimenti necessari all’utilizzo degli impianti e alla transizione ecologica per tutelare la sicurezza dei lavoratori e la salute ambientale“.

Ex Ilva, a Bari l’audizione di Peacelink 

La nostra presenza oggi a Bari conferma un impegno deciso a non abbassare la guardia su inquinanti che possono essere pericolosi per la salute. Invochiamo approfondimenti sul legame tra inquinamento, demenze ed emissioni industriali, e conseguenti politiche restrittive nei confronti delle sorgenti emissive” – ha spiegato Alessandro Marescotti – “Una delle questioni su cui siamo convocati è quella dello sforamento delle emissioni di ossidi di azoto (compreso il biossido di azoto) da parte dell’Ilva, riscontrate da Arpa e Ispra. Poniamo tale questione con decisione, assieme agli sforamenti di cianuri e fenoli, anch’essi al centro dell’audizione e connessi alla cokeria. Gli ossidi di azoto sono relativi all’altoforno“.
Uno studio pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease, nel 2019, evidenzia una potenziale relazione tra l’esposizione al biossido di azoto e l’aumento del rischio di demenza. Proponiamo la creazione di una consulta delle associazioni e della Regione per agire efficacemente nella nuova procedura di Autorizzazione integrata ambientale dell’Ilva” – ha aggiunto il presidente di Peacelink – “La Regione Puglia ha un proprio rappresentante nel gruppo istruttore della nuova Aia e chiediamo che si avvii una interlocuzione perché le osservazioni delle associazioni siano prese seriamente in considerazione“.

Peacelink: “Troppe emissioni, quale ambientalizzazione?” 

Le elevate emissioni di benzene, di biossido di azoto, di cianuri e di fenoli, sono una questione molto seria, spia di uno stabilimento che è molto lontano da quella ambientalizzazione di cui si parla da anni e a sproposito. Chiediamo che nella Valutazione di impatto sanitario siano considerate anche le demenze e gli impatti neurotossici di vario tipo, connessi ad esempio all’autismo” – ha spiegato ancora Alessandro Marescotti di Peacelink – “Ricordiamo che gli attuali limiti di legge per il biossido di azoto non sono sufficienti a tutelare la salute pubblica. Il migliore scenario è drammatico e inaccettabile, la percezione che abbiamo è che qualcosa non ha funzionato: risultava tutto a posto e non era vero. Prendiamo atto che il mito dell’ambientalizzazione è fallito. La Regione deve sostenere le osservazioni fatte dai medici e dalle associazioni ambientaliste“.