Home Attualità Ex Ilva, Melucci: “Prima ambiente e salute, poi l’occupazione”

Ex Ilva, Melucci: “Prima ambiente e salute, poi l’occupazione”

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Le parole del sindaco: “Ho parlato con il ministro Urso, la fabbrica deve essere completamente decarbonizzata, altrimenti parliamo del nulla”. 

Ex Ilva, prove tecniche di rilancio dell’impianto siderurgico di Taranto. Adolfo Urso ha firmato l’autorizzazione alla pubblicazione del bando per le manifestazione di interesse dei potenziali investitori, che potranno presentare offerte entro il prossimo 20 settembre. Si apre quindi una nuova fase per Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, ma arriva un duro monito del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che rivela di aver incontrato recentemente il ministro delle Imprese e del Made in Italy.

In un’intervista a La Repubblica, Melucci ha spiegato: “Al centro di tutto deve esserci il bene della comunità. La tutela dell’ambiente e della salute sono dirimenti e vengono prima di tutto il resto, anche dell’occupazione. Siamo comunque pronti al confronto, mi pare che si sia creato un clima costruttivo“.

Ne ho parlato recentemente anche con il ministro Urso: serve un accordo di programma tra Governo, Regione, Comune e azienda. Il punto di partenza deve ovviamente essere la fabbrica completamente decarbonizzata, altrimenti parliamo del nulla. L’accordo di programma deve garantire lo sviluppo sostenibile del territorio per i prossimi 10-12 anni” – ha aggiunto il primo cittadino tarantino – “Le risorse non mancano, bisogna costruire una serie di azioni che consentano alla fabbrica di produrre acciaio green, avviando nel contempo azioni di risanamento e recupero ambientale. Chiederemo interventi combinati che possano garantire tutti e rilanciare l’occupazione“.

Da parte del governo e dei commissari, c’è disponibilità all’ascolto. Con i commissari ci siamo sempre confrontati e ci auguriamo di continuare a farlo anche nel corso della procedura di vendita. Per come è scritto il bando, mi pare che non si voglia favorire un approccio speculativo come quello di ArcelorMittal” – il commento di Rinaldo Melucci – “Non dobbiamo ricadere nell’errore di cedere la fabbrica al miglior offerente né a un diretto concorrente. Bisogna tenere conto del peso dell’acquirente nel mercato europeo ed evitare il rischio di ridimensionamento delle quote di mercato dell’acciaio italiano“.

Molto meno convinti, tuttavia, appaiono i sindacati. “Il bando di gara ripropone in gran parte gli stessi criteri di quello del 2016, ma con uno scenario nettamente peggiorato dal punto di vista industriale, produttivo e occupazionale” – spiega Rocco Palombella, segretario generale Uilm – “Per evitare che si ripetano gli errori del passato, ci aspettiamo la massima responsabilità nella scelta dell’investitore che comprerà l’ex Ilva, perché non potremmo tollerare un nuovo Mittal. La più grande azienda siderurgica italiana deve essere guidata da un gruppo che abbia la volontà e capacità di mettere in campo un piano ambientale, occupazionale e industriale solido e duraturo“.
Della stessa opinione anche la Fiom. “La pubblicazione del bando è un’assunzione di responsabilità dei commissari straordinari e del governo che dovrà tenere conto della centralità dei lavoratori che subiscono da anni le conseguenze di scelte sbagliate compiute dalla parte pubblica e privata sull’occupazione, sull’ambiente e sulla salute. Rispetto al 2016 ci sono poche ma significative differenze che consentono maggiore discrezionalità ai commissari straordinari: non prevede esplicitamente la concessione in affitto, mentre stabilisce la possibilità di vendere singoli rami dell’azienda” – spiega il segretario generale Michele De Palma – “I requisiti necessari per presentare un’offerta per tutta l’ex Ilva devono essere la garanzia occupazionale per tutti i lavoratori, la presenza statale nel capitale, gli investimenti per la decarbonizzazione. Solo le aziende con una solida struttura finanziaria e un know-how consolidato nel settore possono garantirlo, ma per affrontare una questione così complessa serve senso di responsabilità. Occorre evitare fughe in avanti che mettano ulteriormente a rischio una situazione già grave, è necessario un confonto negoziale costante tra istituzioni, sindacati e commissari“.