Non ci sono sufficienti garanzie per il recupero dei crediti da parte di Acciaierie d’Italia: l’annuncio di Aigi, che prevede anche nuovi licenziamenti.
Strada in salita per l’ex Ilva in amministrazione straordinaria. Se Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha esteso l’amministrazione straordinaria ad altre quattro controllate da Acciaierie d’Italia (AdI Tubiforma, AdI Energia, AdI Servizi Marittimi, AdI Socova), restano forti dubbi sulle tutele garantite a tutte le aziende dell’indotto e non solo. Ed ora, arriva una doccia fredda: da lunedì 4 marzo, infatti, scatterà lo stop al mantenimento degli impianti.
Turco (M5S): “Dl Ilva critico e pieno di lacune”
A denunciare per primo la situazione era stato Mario Turco, senatore del M5S ecoordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa. “Il testo del Dl Ilva che voteremo martedì in Senato è problematico e lacunoso. Della mole di emendamenti presentati dal M5S, buona parte a mia prima firma, è stata accolta solo la possibilità di estendere anche alle micro-imprese (dell’indotto) l’accesso al fondo di garanzia delle imprese più grandi. Pertanto sussistono dubbi sulla possibilità dell’indotto di recuperare i crediti a seguito della scellerata decisione di ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria” – ha spiegato il senatore tarantino – “Il grande nodo resta anche il futuro dei lavoratori portuali: stralciato l’emendamento, sempre a mia prima firma, che richiedeva di prorogare il funzionamento dell’agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale. Dal 31 marzo, oltre 300 lavoratori del porto si ritroveranno senza tutele salariali. Come sempre, il governo Meloni si dimostra nemico di Taranto e disattento alle più basilari tutele ed esigenze dei cittadini, come dimostrato dalla recente cancellazione dell’investimento del Gruppo Ferretti“.
La fumata nera
Il vero problema, ora, è che dall’incontro in videoconferenza tra le aziende dell’indotto ex Ilva, Sace, Abi e altri istituti finanziari (organizzato dal Mimit) non sono arrivate sufficienti garanzie per il recupero dei crediti. Ed è così che Aigi, che raccoglie l’80% delle imprese dell’indotto ex Ilva, ha annunciato lo stop, da lunedì prossimo, anche del minuto mantenimento degli impianti (manutenzione ordinaria e straordinaria per la conservazione e il buon funzionamento) e degli interventi urgenti. “L’assemblea ha deciso all’unanimità, non potremo contenere ciò che potrebbe accadere già dalle prossime ore, vista la disperazione degli associati” – ha spiegato Fabio Greco, presidente di Aigi – “L’assemblea ha conferito mandato ad un pool di legali per valutare eventuali azioni penali nei confronti dei cda di Acciaierie d’Itlia spa e di Acciaierie d’Italia holding, nonché dei sindaci e revisori contabili, per la verifica delle eventuali responsabilità“.
Rischio licenziamenti
A questo punto, il peggio potrebbe essere scongiurato solo da un esito positivo dell’incontro tra Aigi e Giancarlo Quaranta, primo commissario straordinario di AdI nominato da Urso. Incontro che, salvo imprevisti, si terrà lunedì e che avrà come scopo la certificazione del credito e la condivisione del programma di produzione. “Le aziende dell’indotto aderenti a Aigi, alla luce del perdurare dello stato di crisi che non lascia intravedere alcuno spiraglio di recuperare i crediti vantati hanno deciso di avviare, qualora entro il 6 marzo non dovessero esserci risultanze differenti, le procedure di licenziamento collettivo e la messa in sicurezza delle società“, ha aggiunto Greco.