Quella che all’apparenza sembra una regolamentazione rigorosa rischia di diventare pericolosa
Un’etichettatura rigorosa e precisa sugli alimenti per bambini in Australia si sta invece rivelando pericolosa per la salute stessa dei piccoli. È quanto hanno scoperto alcuni genitori australiani, ossia che il cibo confezionato per neonati che stavano dando ai bambini piccoli, poteva aver contribuito alle loro carenze nutrizionali, nonostante i prodotti affermassero di essere naturali e ricchi di benefici per la salute. Un fenomeno, questo, che si chiama “Effetto Alone”, un termine che descrive il modo in cui le aziende, attraverso un marketing attentamente formulato, convincono i genitori sulla bontà dei prodotti per bambini.
In realtà a dicembre scorso, un rapporto presentato dal Comitato permanente per la regolamentazione alimentare del governo, ha rilevato una regolamentazione minima sulla qualità nutrizionale degli alimenti commerciali destinati ai neonati e ai bambini piccoli, nonostante la percezione dell’opinione pubblica sia esattamente opposta. Il rapporto ha rilevato che gli alimenti commerciali destinati ai neonati e ai bambini piccoli sono spesso ricchi di zucchero e ha evidenziato preoccupazioni sulle informazioni riportate sulle confezioni.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità è intervenuta chiedendo ai governi interessati di porre rapidamente rimedio alle etichette e alla pubblicità fuorvianti degli alimenti per neonati e bambini piccoli. Inoltre un rapporto dell’OMS del 2023 affermava che i prodotti preconfezionati spesso presentavano etichette accattivanti e un marketing emozionale progettato proprio per convincere i genitori.
Un’analisi di 330 prodotti alimentari confezionati disponibili in Australia per neonati e bambini piccoli di età inferiore ai 36 mesi, condotta dal Cancer Council Victoria e dalla Food for Health Alliance e pubblicata a giugno, ha rilevato che nessuno di essi era conforme ai requisiti di etichettatura dell’OMS. Nello specifico meno di uno su tre (28%) dei prodotti valutati soddisfaceva le linee guida nutrizionali relative a zucchero, sodio, grassi e livelli energetici. Tutti gli alimenti analizzati contenevano zuccheri proibiti dall’OMS, così come metà degli snack come cracker e biscotti.