ESA, uno sguardo attento sulla Terra. Intervista all’ing. Christian Ferrario

TeleAmbiente ha visitato la sede ESA-ESRIN di Frascati, in provincia di Roma, che si occupa dell’osservazione della terra. 

Lo sviluppo che il mondo sta vivendo, iniziato circa 100 anni fa, è il più grande mai accaduto nella storia del pianeta. Siamo riusciti a rivoluzionare ogni settore esistente, dalla moda al cibo passando per la tecnica.

Oggi stiamo affrontando la sfida più grande, gestire l’intelligenza artificiale, per adattarla al progresso e non alle diseguaglianze. Le sfide che ci attendono sono tante ma alcune, sicuramente più urgenti che mai, per scongiurare un collasso del nostro pianeta.

Il direttore di TeleAmbiente, Stefano Zago, è stato in visita nella sede dell’ESA (Ente Spaziale Europeo) che si occupa proprio dell’osservazione della terra. La sede si trova a Frascati, in provincia di Roma, dove già dagli anni 60 risiede uno dei poli più grandi della ricerca europea, e di conseguenza mondiale.

Andiamo a vedere come il mondo scopre la terra dall’alto con l’ing. Christian Ferrario, Capo della Business Unit di Osservazione della Terra ESA, che ormai da una vita respira lo spazio dentro i laboratori dell’agenzia spaziale europea.

Cos’è l’ESA?

L’ESA è un’organizzazione intergovernativa fondata nel 1975, distribuita su tutto il territorio europeo e non solo. Il quartier generale è a Parigi, mentre qui a Frascati abbiamo il centro di osservazione della terra, poi in Germania c’è il centro ESOC, dove controlliamo i nostri satelliti e a Colonia l’EAC, il centro di addestramento degli astronauti. In Olanda invece, c’è il centro più grande, l’ESTEC e in Belgio c’è il centro di sicurezza ESEC. In Inghilterra c’è HARWELL, il centro per le applicazioni spaziali e le telecomunicazioni, in Spagna c’è l’ESAC dove controlliamo e gestiamo i dati delle nostre missioni scientifiche.

Quali sono le attività che si svolgono all’ESA-ESRIN di Frascati?

Per compiere una missione abbiamo bisogno della collaborazione di tantissimi colleghi e anche di diversi centri. Cominciamo una missione con lo studio di fattibilità, che avviene nel centro ESTEC. Poi, si inizia con la progettazione e lo sviluppo, che avvengono sempre in Olanda, dove si arriva fino alla costruzione del satellite. Dopo aver superato i vari test, il satellite è pronto per andare in orbita. Viene quindi portato a Kourou nella Guyana francese ed entrano in funzione le sale di controllo in Germania. Una volta che il satellite è nello spazio, i dati che ricava vengono gestiti qui a Frascati da ESRIN. Nel centro ESA di Frascati però, non si fa solo la “mission management” ma ci sono anche i nostri lanciatori Vega e il centro di coordinamento e controllo per i disastri ambientali. C’è anche il φ-lab (Phi-lab) e tante altre attività di supporto ai programmi. Tutti i dati di osservazione della terra vengono raccolti qui e distribuiti attraverso i data hub a tutti gli utenti.

Quali sono i costi dell’ESA?

ESA costa al cittadino circa 12 euro all’anno, come un biglietto del cinema. Per tutte le attività che facciamo, è davvero un prezzo irrisorio. Il budget di ESA viene dato dagli Stati membri. Ogni tre anni c’è un Consiglio a livello ministeriale che decide finanziare le attività nell’arco dei prossimi 3, 5, 10 anni. L’ultimo consiglio è stato nel 2022 e gli Stati membri ci hanno un segnale importante, con un finanziamento di 17 miliardi. Un valore in crescita rispetto ai precedenti consigli ministeriali. Di questi 17 miliardi, ci è stato chiesto di investire intorno ai 3 miliardi nell’osservazione della Terra e per noi è un segnale davvero importante.

Le missioni di osservazione della terra e il ruolo di Copernicus

Le missioni dell’osservazione della Terra dividono fondamentalmente in tre grosse tematiche: osservazione scientifica, metereologica e i satelliti di monitoraggio Copernicus. Quello che ci viene chiesto è il monitoraggio costante e continuato di tutti i parametri vitali della Terra. A partire dai mari, dai ghiacciai, dalla neve, la fotosintesi e molto altro ancora. In questo momento di crisi climatica è fondamentale la continuità: è solo confrontando i dati che gli scienziati possono capire cosa sta succedendo e dove intervenire.

Le missioni future e l’innegabilità della crisi climatica

Abbiamo degli occhi molto potenti – quelli dei satelliti – che ci dicono cose molto precise, innegabili. La missione principale dei prossimi anni sarà il monitoraggio della CO2 antropica. Negli ultimi 400.000 anni l’anidride carbonica è stata tra 180 e le 300 parti per milione, negli ultimi 50 anni qualcosa è successo e si è passati da 300 a 340, fino a toccare le 420 parti per milione. I dati che abbiamo sono incontrovertibili, quindi non si può negare il cambiamento climatico, equivarrebbe a dire che la Terra è piatta.

Quale sarà il ruolo dell’intelligenza artificiale nel lavoro dell’ESA?

L’intelligenza artificiale cambierà il nostro modo di fare spazio. Noi oggi generiamo attraverso i satelliti una quantità enorme di dati. Se noi prendessimo due giorni di dati forniti dalle nostre sentinelle e li mettessimo nei vecchi CD-ROM uno sopra all’altro, avremmo bisogno di una quantità di dischi pari all’altezza della Torre Eiffel. Il problema è leggere ed interpretare i dati, metterli a disposizione della comunità scientifica in fretta e nel modo giusto. Noi oggi lo facciamo ma l’intelligenza artificiale ci aiuterebbe molto di più, sarebbe più veloce ed efficiente. Tra un paio d’anni potremo già avere dei seri modelli basati sull’intelligenza artificiale.