Praticamente uno su tre, per l’esattezza il 35%, è questa la percentuale di ragazzi italiani, sotto i 14 anni, con la miopia, tanto che si parla di “miopidemia”; un’epidemia di miopia.
Secondo le stime dell’Oms nel 2050 metà della popolazione mondiale sarà miope. Un dato da non trascurare poiché, se supera le 5 diottrie, la condizione comporta un maggiore rischio di sviluppare malattie della retina, glaucoma o cataratta.
I dati sono stati diffusi durante l’ultimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Scienze Oftalmiche (Siso). Secondo Paolo Nucci, Ordinario di Oculistica all’università Statale di Milano, il numero di giovani miopi raddoppiato in dieci anni, con un’impennata negli ultimi due anni, non è da considerarsi normale.
A causare l’aumento della miopia potrebbe essere l’istruzione. Sebbene il meccanismo non sia stato ancora chiarito, molti studi legano l’allungamento dei percorsi di istruzione con l’insorgere della miopia. In molti Paesi asiatici l’ampliamento della scolarizzazione viaggia di pari passo con l’aumento della percentuale di giovani miopi.
Se non è auspicabile rinunciare agli studi per salvaguardare la vista, si consigliano però alcuni accorgimenti come diminuire le ore passate davanti a un display, perché ciò costringe gli occhi a un’iperaccomodazione continua. Consigliato anche aumentare le ore trascorse all’aria aperta e al sole, soprattutto per le lezioni di scuola primaria. I raggi solari infatti stimolano la produzione di dopamina inibendo così un enzima che favorisce l’insorgenza della miopia.
Gli specialisti esortano a sottoporre i bambini a visite di controllo a partire dai 3 anni di età e a utilizzare lenti apposite e colliri a base di atropina per cercare di bloccare la progressione della malattia nei bambini.